Oggi un brand molto asciutto e stilizzato, 100 anni fa marchi in cui il telefono, i numeri, le cornette erano i veri protagonisti. La storia dei loghi che hanno caratterizzato le telecomunicazioni italiane va dai primi anni '20 fino a oggi, giorno in cui la Telecom abbandona il doppio brand e opta per quello unico di Tim. Tutto comincia con il primo embrione di marchio della Società idroelettrica del Piemonte del 1920, ma è con gli anni '30 che le società telefoniche (le cinque regionali da cui poi trarrà origine l'attuale Telecom Italia) capiscono l'importanza dell'immagine: e così per esempio la Stipel opta per la ghiera del vecchio telefono, la Telve propone un immagine disegnata dell'apparecchio con l'invito perentorio 'Abbonatevi!'.
Passa qualche anno e la grafica si impone sui marchi di queste due aziende ma anche su quelli della Teti, della Timo e della Set. Nel 1964, con la fusione delle cinque società, nasce la Sip, che per vent'anni punta su lettere squadrate prima di dar vita, nel 1983, alle quattro 'onde' rosse (il cosiddetto tetragramma) rimaste in auge fino a oggi. Sono infatti le stesse scelte per il logo di Telecom Italia, nata nel 1994, e anche da Tim negli stessi anni. Da allora i restyling sono stati parecchi, ma l'impianto è rimasto più o meno lo stesso, anche se le quattro onde a un certo punto diventano tre. Il trigramma va ora definitivamente in soffitta, con l'icona rossa che ricorda una T e la scritta TIM in bianco su fondo blu che, nelle intenzioni dell'azienda, "unisce la solidità e la grandezza di Telecom Italia alla personalità innovativa di Tim".
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