Milano, 8 aprile - Mediaset e Vivendi si alleano e lanciano la sfida agli 'over the top' americani. Il "patto europeo" che mira a sviluppare ''nuovi progetti industriali su scala internazionale" è suggellato da uno scambio azionario paritetico tra le capogruppo del 3,5%. Non è un disimpegno della famiglia Berlusconi dai media, "assolutamente no! Tutt'altro, la volontà è quella di investire e spingere: è il primo passo verso un'apertura europea" ha detto Pier Silvio Berlusconi, vice presidente e amministratore delegato di Mediaset, al termine del Cda che ha dato il via libera all'operazione. E per quanto riguarda i francesi, ai quali sono stati messi dei paletti che impediranno di salire sopra il 5% almeno per i primi tre anni, "questo investimento dimostra una volta di più il nostro impegno e i nostri stretti legami con l'Italia: la conferma della nostra strategia, sempre dichiarata, di creare un gruppo paneuropeo leader nel settore media e nella produzione di contenuti" ha commentato il ceo Arnaud De Puyfontaine. Per quanto riguarda l'orizzonte temporale dell'intesa, per ora è stato firmato un lock up a tre anni, l'ad di Mediaset dice "forever". Non si parla invece per ora di governance.
L'ingresso di Pier Silvio Berlusconi nel Cda di Vivendi di cui si era parlato (incrociato con l'ingresso di De Puyfontaine in Mediaset) "ad oggi non è previsto", ma "non escludo che avvenga" ha detto il vice presidente e A.d di Mediaset. L'operazione, per la quale JpMorgan e Credit Suisse hanno dato una fairness opinion a Mediaset, prevede che il Biscione ceda il 3,5% di azioni proprie (sulla media degli ultimi 3 mesi dei corsi di Borsa valutato circa 137 milioni) a Vivendi, ricevendo in cambio lo 0,54% del capitale sociale del gruppo francese. Contemporaneamente verrà ceduta da RTI a Vivendi, il 100% del capitale sociale di Mediaset Premium (compreso dunque l'11,11% attualmente in mano a Telefonica) a fronte della cessione da Vivendi a RTI di un ammontare di azioni proprie pari al 2,96%. Il 3,5% complessivo di Vivendi è stato valutato 893 milioni di euro. Ne consegue una valorizzazione di Premium di circa 756 milioni di euro. "Avevamo avuto un'offerta da un concorrente satellitare di Premium ma in termini di opportunità strategica questa è l'opzione che abbiamo ritenuto molto, molto migliore", perchè ha spiegato Pier Silvio Berlusconi "è un accordo che guarda a sviluppi di natura industriale". L'alleanza si articola su tre progetti. Nascerà innanzitutto una nuova major europea per la creazione di contenuti, che si occuperà di produzioni su scala internazionale. I contenuti saranno ideati e realizzati da una nuova struttura per il mercato globale e saranno distribuiti sulle reti tv in Italia, Francia e Spagna". Verrà creata la prima piattaforma pan-europea di streaming di contenuti on demand unendo le properties online dei due gruppi in Italia, Francia, Spagna e Germania ma guardando ai paesi dove il gruppo non è presente. E infine la battaglia delle pay tv: Mediaset Premium confluirà in un network globale di pay tv che ha già basi in Francia, Polonia, Africa, America Centrale, Estremo Oriente portando la base di abbonati totale a oltre 13 milioni.
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