Con il varo del Def venerdì scorso è partita la marcia di avvicinamento al giudizio definitivo che la Commissione europea è chiamata a dare sul bilancio 2016 e sulla richiesta di flessibilità. Entro venerdì il Def, che contiene il programma di stabilità e quello nazionale di riforme, dovrà essere trasmesso a Bruxelles, ma la Commissione impiegherà ancora qualche settimana per scrivere il suo parere. Dai numeri del documento riemergono però alcuni rischi che Bruxelles aveva già evidenziato nei mesi scorsi e che potrebbero portare l'Italia a dover fare i conti con una possibile procedura per debito eccessivo. Il problema è sempre lo stesso da anni: la Ue chiede all'Italia di far scendere il suo debito, rispettando l'aggiustamento strutturale che ogni anno, a maggio, le prescrive nelle raccomandazioni. A maggio 2015 le aveva chiesto uno sforzo di 0,1 punti percentuali ma, al contrario, si è verificato un peggioramento di 0,7 punti. Uno "scostamento significativo" dagli obiettivi che ha fatto scattare il richiamo dell'Eurogruppo e della Commissione. In una lettera le chiedevano di dettagliare nel Def "in modo credibile" misure supplementari per evitare una procedura sul "debito molto elevato", visto che né nel 2015 né nel 2016 rispetta la regola che ne fissa il ritmo di riduzione. Prima di esprimersi, la Commissione attende anche i dati economici definitivi per il 2015 che Eurostat pubblicherà il 21 aprile. Se sarà confermata la violazione della regola del debito, la Commissione dovrà produrre un rapporto 126.3, cioè il rapporto sul debito che produsse anche lo scorso anno, arrivando alla conclusione che il debito italiano non poneva rischi per la sostenibilità dei conti. Ma stavolta, in presenza di violazione conclamata delle regole per il 2015 e di quella potenziale per il 2016, Bruxelles potrebbe decidere di agire, chiedendo all'Italia uno sforzo maggiore. Nel Def il Governo non vede un simile rischio. Perché, spiega, se la richiesta di flessibilità venisse pienamente accolta, il saldo strutturale per il 2016 sarebbe pari a -0,25 punti e non ci sarebbe alcuna deviazione significativa. Convinzione che né la Commissione né l'Eurogruppo condividono, avendo già chiarito che "il rischio di deviazione significativa rimane anche se venisse accordato il massimo potenziale di flessibilità".
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