In linea con le altre Borse europee, Piazza Affari ha risentito dei timori per la Brexit, ma è riuscita sul finale di seduta a limare le perdite. Dopo essere scesa di oltre il 2%, ha chiuso in calo dello 0,98%, comunque in coda ai listini del Vecchio Continente. Ad appesantire il clima della giornata, una serie di prese di posizione sugli effetti di un'eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Ue, come quelle del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, della Bce, della Banca d'Inghilterra, dell'Fmi e, per finire, del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Per tutta la giornata, Piazza Affari è stata zavorrata dalle banche. La peggiore, Mps, ha chiuso in calo del 3,2%. In attesa della scelta del nuovo ad, Unicredit, che durante la seduta aveva aggiornato i minimi a 2,13 euro, ha terminato in perdita del 2,2% a 2,2 euro. A fine contrattazioni il titolo più sotto pressione è stato Cnh (-3,7%). Male anche Unipol e UnipolSai, entrambe in perdita di oltre il 3%, Moncler (-2,6%), Bper (-2,6%) e Telecom (-2,5%). Nonostante i dati sull'aumento delle immatricolazioni in Europa dei veicoli Fca, il titolo ha perso l'1,2%. Banco Popolare ha chiuso sulla parità (i diritti in perdita dell'1,6%), mentre Bpm è sceso dello 0,9%. Positive Azimut (+0,9%), Exor (+0,6%), Enel (+0,5%) e Ferragamo (0,2%). Hanno guadagnato lo 0,1% Finecobank, Atlantia e Campari. Fuori dal paniere principale, Rcs ha guadagnato lo 0,5% (a 75 centesimi) mentre Cairo ha perso lo 0,1%.