Potrebbe essere il rafforzamento e la semplificazione dell'attuale lavoro a chiamata (o job on call) la strada per affrontare il vuoto che si determinerà con l'abolizione dei voucher per quanto riguarda il lavoro accessorio. Il Governo, con il premier Paolo Gentiloni, si è impegnato per una "regolamentazione seria del lavoro occasionale", dopo il via libera del via libera al decreto che abolisce i voucher, attraverso il confronto con i sindacati. E già si studiano le possibili soluzioni, probabilmente diverse per famiglie e imprese. Per le aziende si potrebbe rendere meno rigida l'attuale disciplina del job on call che prevede un massimo di 400 giornate lavorate con questo contratto in tre anni solari e limiti per l'età dei prestatori di lavoro (meno di 25 anni o più di 55) a meno che non si rientri in un elenco di attività definite da un Regio decreto del 1923. Si potrebbero per esempio allargare le categorie di lavoratori che possono usarlo indipendentemente dall'età o innalzare i tetti dei giorni per cui si può lavorare a chiamata. Il contratto è di lavoro dipendente per i giorni nei quali si è occupati e quindi più costoso per le imprese almeno in termini di burocrazia (è un contratto vero e proprio e prevede la forma scritta a differenza di quanto accade per i voucher) e prevede la retribuzione prevista per i contratti collettivi. E' possibile che una parte delle aziende si rivolga con maggiore frequenza per le attività occasionali al lavoro autonomo sotto forma di partita iva e alle collaborazioni.
Resta scoperta completamente invece l'area del lavoro familiare che non necessità di continuità per la quale è probabile il ritorno al lavoro nero. Per questo è probabile che si studi un sistema sulla falsariga di quanto accade già in Francia e Belgio con una piattaforma telematica alla quale si iscrivono i prestatori d'opera e gli utilizzatori con la possibilità di pagare on line il servizio di cui si ha bisogno e di avere garanzie sulla persona che si propone per questo servizio. Il presidente dell'Inps, Tito Boeri ha affermato che l'Inps è "pronto a gestire in via telematica voucher o altri strumenti per gestire il lavoro accessorio, utilizzando le sue banche dati per impedire abusi". E' probabile però che uno strumento di questo tipo tenga fuori una fascia significativa delle famiglie, soprattutto di anziani, che hanno scarsa dimestichezza con la tecnologia.
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