Una "contrazione della crescita economica" da imputare "a una minore dinamica occupazionale, a sua volta dipendente da una riduzione del flusso netto degli immigrati" rispetto alla precedente stima Istat. E' quanto stima la Ragioneria generale dello Stato fino al 2070 nel rapporto sulle tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario. Quanto al flusso migratorio, viene evidenziato "un significativo ridimensionamento del fenomeno" nei prossimi 20anni. Non mancheranno effetti sugli assegni pensionistici: i tassi di sostituzione lordi, i rapporti tra pensione e stipendio, "risultano leggermente ridotti", a partire dal 2030.
Il livello del rapporto fra spesa pensionistica e Pil risulta "significativamente superiore, per l'intero periodo di previsione" (fino al 2070), "con una differenza massima di 0,8 punti percentuali attorno al 2040", quando raggiungerebbe il 16,3%, formando una nuova gobba. Così la Ragioneria generale dello Stato, nell'ultimo rapporto sul sistema pensionistico. Anche le ipotesi a livello europeo indicano un "forte incremento del rapporto", che, "in termini di sostenibilitàdelle finanze" vanificherebbe "buona parte degli effetti del processo di riforma".
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