"Nervi saldi e attenzione a non innescare una guerra commerciale devastante per un paese esportatore come l'Italia, seconda potenza manifatturiera e secondo produttore di acciaio in Europa dopo la Germania".
Questa in sintesi la linea di Federacciai, l'organizzazione degli industriali siderurgici, alla conferma della decisione dell'Amministrazione Trump di imporre dazi su acciaio e alluminio europeo (si parlerebbe del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio). Quello che le industrie siderurgiche italiane temono è una vera guerra commerciali che coinvolga settori, come l'automotive e l'agroalimentare, ben più pesanti dell'acciaio in termini di valore. In caso di rappresaglie commerciali, l'Istat ha previsto per l'Italia una perdita di Pil dello 0,3%.
Al momento, invece, nonostante i dazi la situazione sembra gestibile. Secondo il presidente di Federacciai Antonio Gozzi l'acciaio italiano potrebbe comunque restare competitivo sul mercato Usa, dove i prezzi dell'acciaio sono molto alti, anche a fronte di dazi al 25%. "Fra l'acciaio Usa e quello italiani la differenza, su prodotti analoghi, è di circa 200 dollari a tonnellata. Se i prezzi Usa si mantengono così il nostro acciaio reggerà l'impatto" spiega Gozzi. Nel 2017 l'Italia, ha prodotto 24 milioni di tonnellate di acciaio, ma verso gli Stati Uniti ne ha esportato poco più di mezzo milione di tonnellate (505 mila), cioè, solo il 2% della sua produzione totale. E' quanto emerge dai dati diffusi da Federacciai. L'export italiano verso gli Stati uniti vale 653 milioni di euro. Questi numeri fanno capire la preoccupazione di Gozi di un escalation. "Non vorrei che per boicottare le Harley Davidson o i Levi's rischiamo di farci colpire sull'automotive, lì l'industria siderurgica italiana ed europea si farebbe davvero male" dice Gozzi. Piuttosto che dall'effetto dei dazi sull'export verso l'Usa, i produttori di acciaio europei sono preoccupati dai cosiddetti "flussi deviati dell'acciaio". In parole povere, i dazi Usa rischiano di far riversare sul mercato europeo tutto l'acciaio che non riesce più a essere venduto sul mercato americano. "Bisogna spingere la Commissione Ue a mantenere alta la guardia sulle misure di salvaguardia" avverte il presidente di Federacciai. Anche per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: "A questo punto l'Europa dovrebbe difendere l'industria europea riequilibrando le posizioni delle bilance commerciali nel mondo, partendo dalla centralità dell'industria, e in questo l'Italia ha tutto l'interesse a costruire una grande stagione di riforme e risposte europee".
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