Atlantia ha tentato il rimbalzo in Piazza Affari e ci è parzialmente riuscita, chiudendo a +5,68% a 19,34 euro, ma non è bastato per risollevare l'intero listino milanese, anche oggi ultimo in Europa (Ftse Mib -0,53%). Il rialzo dello spread btp-bund a 282,5 punti e il riaccendersi della crisi turca, con la lira in calo fino quasi al 5% sull'euro e sul dollaro, hanno infatti penalizzato i titoli bancari a Milano più che in ogni altra piazza del Vecchio Continente, dove le variazioni sono state nell'ordine del -0,22% di Francoforte e del -0,11% di Madrid, mentre Parigi (-0,08%) e Londra (+0,03%) hanno gravitato intorno alla parità . Dopo lo scivolone della vigilia (-22%) e nonostante la decisione delle principali agenzie di rating (S&P e Moody's) di accendere un faro sul merito di credito a causa dei contenziosi in arrivo e della posizione estremamente dura assunta dal governo, gli investitori hanno provato a reagire, confidando nel fatto che la concessione di Autostrade non sia a rischio.
Se giovedì Atlantia aveva bruciato 4,2 miliardi di capitalizzazione, oggi ne ha recuperati 0,77, con scambi vivaci per 11,5 milioni, pari all'1,4% del capitale, ma di gran lunga inferiori ai 33 milioni del giorno prima, pari al 4% del capitale. Intanto la Consob, che ieri sarebbe intervenuta presso il governo suggerendo di moderare i toni ed evitare interventi scomposti a Borsa aperta per non turbare la regolarità dei mercati, ha fatto sapere di avere in corso accertamenti sul titolo, sull'operatività e sulla regolarità degli scambi, già dallo scorso 14 agosto, quando il Ponte Morandi è crollato. Gli occhi degli investitori sono rivolti alle decisioni che intende prendere il Governo, determinato a revocare la concessione autostradale (il ministro Toninelli ha annunciato l'avvio della procedura in serata), ma anche sulle valutazioni che vengono fatte dagli analisti, che ritengono piuttosto improbabile un provvedimento del genere, che potrebbe costare allo Stato l'equivalente di una legge finanziaria in penali.