La situazione sui mercati è ancora sotto controllo, ma qualcuno in Europa comincia ad evocare il rischio contagio del 'caso Italia'. Il Fondo monetario internazionale si unisce alle richieste di rispetto delle regole e fonti vicine alla Banca Centrale Europea dicono a Reuters che Francoforte "non potrà soccorrere l'Italia in caso di crisi di liquidità del governo e delle banche a meno che Roma non entri in un piano di salvataggio della Ue", sottolineando che "le regole Ue consentono alla Bce di aiutare un Paese soltanto nel quadro di un programma di salvataggio europeo" e che "aggirare tali norme minerebbe la credibilità della stessa Bce". Per ora comunque la strategia della Commissione resta sempre la stessa: convincere il Governo a dare almeno un segnale di buona volontà sulla riduzione del debito.
Lo 'strappo' italiano sul deficit è protagonista anche degli incontri annuali di Fmi e Banca Mondiale a Bali. Almeno nelle parole dei suoi protagonisti: dalla direttrice del Fondo monetario Christine Lagarde a quello del fondo salva-Stati Esm Klaus Regling, al commissario agli affari economici Pierre Moscovici, tutti parlano della situazione italiana nelle loro uscite pubbliche. La Lagarde ribadisce una posizione "ben conosciuta", ovvero che i membri dell'Ue devono rispettare le regole alle quali si sono vincolati. Regling, dopo un'uscita preoccupata sulle banche italiane qualche giorno fa, prova a rassicurare: "Il paragone tra Italia e Grecia non è molto onesto", perché "il deficit è stato sempre contenuto", quindi anche se "c'è preoccupazione sui target annunciati", l'Italia ha "i suoi punti di forza".
Moscovici torna alla carica con il Governo, difendendo quelle regole comuni che "hanno dimostrato di essere solide perché hanno generato la ripresa anche dell'Italia". E ribadisce la linea del dialogo: "Non è nell'interesse dell'Italia aumentare il debito", e "questo è il motivo per cui cercherò fino all'ultimo di convincere il Governo, e specialmente il ministro dell'economia, ad avvicinarsi alle regole comuni. Potremo non essere in pieno accordo, ma ci serve uno sforzo di avvicinamento in modo che possiamo vedere che l'Italia è ancora quello che deve essere, un membro al cuore della zona euro". Se l'Italia non dovesse convincersi, "probabilmente avremo uno scambio di lettere con il Governo e poi vedremo, per ora non rinvigoriamo il fuoco", perché "non è nell'interesse della zona euro avere una crisi con l'Italia e la Commissione certamente non è nell'umore di crearne una".
Più duro, da Bruxelles, il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen: "La situazione è molto fragile, e non diventa più facile" se c'è uno scontro con il Governo italiano, ha detto. Al momento gli sviluppi sui mercati "non sono positivi" e "nessuno vuole una situazione di instabilità che sarebbe molto negativa per gli italiani e per gli altri Paesi europei che potrebbero soffrire del contagio".
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