Avvio di fine di settimana sofferto per le piazze di Borsa europee: Londra cede lo 0,7%, Parigi e Francoforte seguono a ruota (rispettivamente -0,5% e -0,65%). L'indice d'area Euro Stoxx è in linea (-0,6%), con beni voluttuari (-1,4%) e informatica (-1%) più colpiti dalle vendite. Le performance di auto e componenti riflettono il clima incerto del commercio internazionale: Bmw (-2%), Volkswagen (-1,7%), Daimler (-1,6%) e Fca (-1,6%). Le incertezze sulla crescita globale, in particolare su quella europea, fiaccano le banche, con l'intero settore - tra istituti di credito, assicurazioni e società finanziarie - che lascia sul campo un punto percentuale. In rialzo il mercato dell'investimento immobiliare (+1,3%) e le telecomunicazioni (+0,2%, dove spicca il +0,8% di Orange). A Parigi soffre EssilorLuxottica (-4,3%) dopo i primi conti in comune post fusione tra i due colossi dell'occhialeria.
Borsa: Asia crolla su timori crescita Cina e Ue
Avvio debole per Borsa di Milano nell'ultimo giorno di contrattazioni della settimana. Il Ftse Mib cede lo 0,4%. Sono deboli Stm (-1,8%) e il settore della auto (Pirelli -1,8%, Fca -1,6% e Brembo -0,5%, Ferrari -0,8% e Cnh -0,8%) in scia anche ai timori per le tensioni commerciali internazionali. Soffre anche Leonardo (-1,5%). Deboli le banche mentre lo spread è in rialzo a 244 punti base: Bper (-0,7%), Unicredit (-0,7%), Mps (-0,7%), Intesa -0,4%. Vendite anche Tim che cede quasi mezzo punto percentuale. Ben intonate al contrario Azimut (+2,2%) dopo i conti di ieri. Corre Cattolica, + 1,5%, grazie al balzo dell'utile del 2018 comunicato ai mercati questa mattina. Bene anche Atlantia (+0,73%) in scia ai conti di ieri (+0,73%) e Tenaris (+0,26%).
I mercati asiatici crollano per timore che Usa e Cina non siano così vicini a un accordo commerciale e con le vendite alimentate dalle preoccupazioni per l'economia globale per il rallentamento della economia cinese, che ha rivisto al ribasso le stime 2019, e per la revisione della Bce sulle attese per la crescita l'Eurozona. A Tokyo il Nikkei che ha perso il 2,01%. Crolla la Cina: Shanghai -4,4% e Shenzhen -3,79%.
Draghi: Italia tra cause rallentamento pil Ue
Il surplus commerciale della Cina crolla a febbraio a 4,12 miliardi di dollari a fronte dei 39,16 miliardi di gennaio e i 26,38 miliardi attesi dai mercati: il saldo, in base ai dati diffusi dalle Dogane, è il più basso da marzo 2018 per effetto del crollo dell'export (-20,7% a 135,24 miliardi) e della frenata dell'import (-5,2% a 131,12 miliardi), favoriti dalla lunga settimana festiva del Capodanno cinese. Nel periodo gennaio-febbraio, il surplus si attesta a 43,7 miliardi (-13,6% annuo), con l'export a -4,6% e l'import a 3,1%.
Il surplus commerciale cinese con gli Usa si è quasi dimezzato su base mensile a febbraio (14,72 miliardi di dollari contro i 27,30 miliardi di gennaio), in scia agli effetti dei dazi all'import del 'made in China' imposti dal presidente Donald Trump e alla lunga festività del Capodanno lunare: nei primi due mesi del 2019, il saldo è però attivo per 42,1 miliardi e in crescita del 3,9%, secondo le Dogane cinesi. L'export verso gli Usa, il principale partner di Pechino, scende nel bimestre del 14,1%.
Gli ordinativi delle fabbriche in Germania sono crollati a gennaio del 2,6% rispetto al mese precedente e del 3,9% rispetto all'anno precedente. E' quanto risulta dai dati dell'istituto tedesco di statistica Destatis.
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