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Oggi la risposta all'Ue sui conti, Salvini: non aumenterò Iva-tasse

Oggi la risposta all'Ue sui conti, Salvini: non aumenterò Iva-tasse

Tria rassicura, niente manovra. Deficit sarà sotto 2,4%

31 maggio 2019, 12:47

dell'inviata Silvia Gasparetto

ANSACheck

Il ministro dell 'interno Matteo Salvini e il ministro dell 'Economia Giovanni Tria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministro dell 'interno Matteo Salvini e il ministro dell 'Economia Giovanni Tria - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro dell 'interno Matteo Salvini e il ministro dell 'Economia Giovanni Tria - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Italia eviterà la procedura di infrazione perché l'economia, dopo la brusca frenata di fine anno, ora è in ripresa, l'azione del governo la sta accompagnando e il deficit potrà fermarsi anche sotto il 2,4% senza bisogno di una nuova manovra. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, alla sua 'prima' al Festival di Trento, sparge ottimismo sulla situazione dei conti italiani, si dice "tranquillo" rispetto all'interlocuzione in corso con Bruxelles e assicura che tutti nel governo gialloverde, anche la Lega, sono "d'accordo" nel rispettare le regole europee.

Senza entrare nei dettagli della risposta al richiamo sul debito, che il Tesoro invierà entro oggi alla Commissione, Tria delinea i "fattori rilevanti" che portano a una visione "divergente" con Bruxelles, sicuro che le spiegazioni saranno sufficienti a sventare correzioni in corso d'anno: le cose "stanno andando per il verso giusto, quindi non ce ne sarà bisogno" dice, spiegando che anche nell'incontro con il vicepremier Matteo Salvini si sono affrontati i problemi dell'economia e le strategie per il rilancio della crescita anche alla luce "delle ultime proiezioni".

Il leader della Lega si è presentato di buon mattino a via XX Settembre con tutto lo stato maggiore economico del suo partito (anche Claudio Borghi e Alberto Bagnai, oltre al sottosegretario Giancarlo Giorgetti e il viceministro Massimo Garavaglia): anche alla luce della forza elettorale incassata dal voto europeo, Salvini non fa mistero del pressing sul Tesoro per andare avanti con il programma fiscale 'verde' che passa da una pace fiscale prorogata e rafforzata, aperta anche alle imprese, alla flat tax che vuole portare, come disegno di legge, già al prossimo Consiglio dei ministri. "Abbiamo discusso dell'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Europa, della necessità di sbloccare i cantieri e le grandi opere, in generale del rilancio economico del Paese", fa sapere subito dopo l'incontro, durato più di un'ora. E a Bruxelles si risponderà "educatamente" e "con numeri positivi che metteranno il Paese al riparo da ulteriori lettere o infrazioni".

Il leader leghista fa accenno al fatto che "lo Stato sta incassando più del previsto e sta spendendo di meno", guardando all'andamento proprio della pace fiscale che si vuole riaprire e, probabilmente, ai risparmi che si potranno ottenere in particolare dal reddito di cittadinanza. "Noi siamo convinti che i cosiddetti mercati e i signori dello spread abbiano solo da guadagnare" dai progetti di riduzione delle tasse che il governo vuole portare avanti e "da un'Italia che cresce non dello zero virgola". Non stroncare con interventi restrittivi la ripresa è uno dei concetti chiave che Tria scriverà anche nella lettera a Bruxelles: il motivo principale che non ha consentito all'Italia di centrare gli obiettivi sul debito, è tornato a ripetere, sta nel rallentamento che ha colpito tutta Europa, cui si aggiunge una diversa considerazione dell'output gap, cioè la distanza tra la crescita potenziale e quella reale. Ma "per il 2019 siamo abbastanza tranquilli di raggiungere" se non migliorare "gli obiettivi concordati" con Bruxelles. Senza dimenticare che non è certo questo momento di frenata globale quello per "accelerare sul calo del debito" perché i mercati, per guardare con"fiducia" al Paese, "devono anche vedere prospettive di crescita". E i saldi saranno rispettati anche il prossimo anno, nonostante i progetti bellicosi della maggioranza. Sarà da vedere basteranno i maggiori incassi da pace fiscale, promessi dalla Lega, e una nuova tornata di spending review ancora non ben identificata, a coprire 23 miliardi di clausole e a finanziare il taglio delle tasse.

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