La Banca d'Italia suggerisce un uso più esteso dell'l'autocertificazione da parte degli imprenditori che chiedono i prestiti alle banche coperti da garanzie pubbliche "per attestare la sussistenza dei requisiti per l'accesso al finanziamento". In audizione alla Camera, l'istituto centrale sottolinea la necessità di trovare un "equilibrio tra due opposte esigenze, quella di far affluire le risorse con rapidità alle imprese che ne hanno bisogno, e quella di tutelare lo Stato, evitando che le garanzie vadano a coprire prestiti a elevatissimo rischio di non essere onorati" .Il decreto, spiega la Banca d'Italia "non esclude la possibilità di una valutazione di merito da parte dei finanziatori. A questo proposito le banche hanno adottato prassi eterogenee: alcune erogano il finanziamento dopo avere effettuato un riscontro formale della completezza della documentazione prevista; altre hanno definito anche un processo, più o meno semplificato, per la valutazione del merito di credito della clientela". "La necessità di effettuare e documentare una valutazione di questo tipo viene motivata dalle banche con il rischio legale di incorrere nei reati connessi con una anomala erogazione del credito (rischio che è in relazione inversa con il merito di credito del debitore)". "Rendendo più chiari i presupposti e riducendo quindi gli ambiti di discrezionalità dei soggetti finanziatori si velocizzerebbe il processo di erogazione, arginando il rischio legale per la banca" rileva.
"Una parte delle perdite subite dalle imprese non sarà recuperabile e non tutti i debiti (assistiti da garanzie pubbliche) accesi saranno immediatamente ripagati al termine dell'emergenza sanitaria" e per questo "compatibilmente con le condizioni generali dei conti pubblici, alla concessione di garanzie si affiancheranno trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato". E' quanto afferma la Banca d'Italia in audizione alla Camera secondo cui tali misure "saranno tanto più efficaci quanto più si baseranno su meccanismi semplici, trasparenti e automatici".
La decisione del governo di "estendere il golden power anche al settore bancario e assicurativo" (non esplicitamente menzionato dalla disciplina europea) deve essere seguita da dettagli per coordinarsi con le norme Bce. Lo chiede la Banca d'Italia in audizione alla Camera. Vanno precisate "le modalità con cui l'esercizio dei poteri speciali si coordina, senza sovrapporvisi, tanto sul piano sostanziale quanto su quello procedurale, con la disciplina prudenziale che incarica la Bce, su proposta Bankitalia, di autorizzare l'acquisto di partecipazioni rilevanti".
Le insolvenze sui 450 miliardi di euro di garanzie pubbliche attivate dai decreti del governo "potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10 per cento". Lo scrive Banca d'Italia nell'audizione al Dl imprese alla Camera. "Data la gravità della crisi e l'incertezza sui tempi e sulla rapidità della ripresa dell'attività economica, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie sarà verosimilmente molto più elevata che in condizioni normali. Gli oneri per le finanze pubbliche, seppure distribuiti su più esercizi potranno essere significativi".
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