E' di nuovo record per il debito pubblico italiano. Secondo i dati diffusi dalla Banca d'Italia, a fine settembre il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.582,6 miliardi, in aumento di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente.
   Il fabbisogno del mese (20,9 miliardi) è stato solo parzialmente compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (-16,3 miliardi, a 84,5) e dall'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (che hanno complessivamente ridotto il debito di 0,8 miliardi). In particolare, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 4,4 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è sceso di 0,6 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Rispetto ad agosto, la vita media residua del debito è rimasta sostanzialmente stabile, risultando pari a 7,2 anni. La quota del debito detenuta da Bankitalia è aumentata di 0,4 punti percentuali, al 20,5%.
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