L'adattamento ai cambiamenti climatici, argomento della giornata di oggi alla Cop26 di Glasgow, è come i paesi e le comunità si adattano alle conseguenze della crisi climatica. E' una cosa diversa dalla mitigazione del cambiamento climatico. La mitigazione cerca di ridurre le emissioni di gas serra, l'adattamento cerca di ridurre i danni del riscaldamento. Questi danni sono desertificazione, siccità, ondate di calore, e dall'altra parte cicloni, inondazioni, alluvioni, innalzamento del livello dei mari.
Le misure di adattamento sono riforestazione, per aumentare l'assorbimento della CO2 e consolidare i terreni; costruzione di bacini per raccogliere l'acqua e di canali e acquedotti per distribuirla; studio di nuove sementi resistenti alla siccità; costruzione di argini e protezioni contro le alluvioni e l'innalzamento dei mari; protezioni contro le ondate di calore, compresi sistemi di condizionamento; spostamento di comunità e infrastrutture dalle zone più minacciate; assicurazioni contro i danni; potenziamento dei servizi meteorologici per la previsione degli eventi e dei servizi di protezione civile per gli interventi di soccorso.
La Convenzione dell'Onu per il clima, l'Unfccc (che organizza le Cop) gestisce un Fondo di adattamento (Adaptation Fund) istituito dal Protocollo di Kyoto per aiutare i paesi meno sviluppati ad adattarsi alle conseguenze della crisi climatica.
Nella giornata di oggi a Glasgow, i rappreseantanti dei paesi meno sviluppati hanno chiesto maggiore sostegno finanziario da quelli ricchi, e hanno lamentato come questi in pubblico promettano di impegnarsi di più, e poi nel segreto dei negoziati non mantengano gli impegni.
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