Non arriveranno gli emendamenti del Governo alla manovra attesi in Senato. Secondo quanto si apprende, il lavoro è ancora in corso e la presentazione slitta probabilmente di un giorno. Taglio delle tasse, risorse per le città metropolitane in pre-dissesto e fondo di emergenza Covid: sono i temi degli emendamenti alla manovra che il governo intende presentare. Lo si apprende da fonti dell'esecutivo. Fra le misure fiscali sarà prevista la decontribuzione allo 0,8% dei redditi sotto i 35mila euro, confermando l'intesa raggiunta ai tavoli fra il governo e la maggioranza.
Nel pomeriggio si è tenuta una riunione al Mef tra il ministro Daniele Franco, la viceministra Laura Castelli, la sottosegretaria Alessandra Sartore e i relatori della Bilancio Daniele Pesco, Vasco Errani ed Erica Rivolta è terminata, e i relatori sono rientrati al Senato per proseguire il lavoro sugli emendamenti dei gruppi.
Inserire in manovra un fondo autonomo del governo, con risorse per circa 150 milioni di euro, da utilizzare all'occorrenza per fronteggiare nuove necessità legate al protrarsi dell'emergenza Covid nel corso del 2022. È una delle novità emerse, secondo quanto si apprende, nell'incontro.
Il voto in Commissione Bilancio del Senato degli emendamenti alla manovra non inizierà prima di venerdì, secondo alcuni senatori di maggioranza. L'obiettivo è chiudere in Commissione domenica, ipotizzando una maratona notturna sabato.
Giovedì è previsto lo sciopero di Cgil e Uil. "Da parte del governo - ha detto il premier Draghi in Aula al Senato - non c'è stata alcuna volontà punitiva né niente verso i sindacati. Tant'è che lunedì o martedì abbiamo convocato un tavolo sulla possibile riforma delle pensioni. C'è volontà di colloquio, confronto, ascolto, come abbiamo fatto per il decreto sulla sicurezza sul lavoro".
Intanto il leader della Lega, Matteo Salvini dice che "la Lega è al lavoro, in commissione e Aula, per trovare più soldi per tagliare le bollette di luce e gas e per una nuova pace fiscale. Sono impensabili stangate, fermi e pignoramenti. Se si rinnova lo stato di emergenza, deve valere anche per le materie fiscali".Â
Anche il premier Mario Draghi ha parlato alla Camera del caro-bollette. "Da giugno il governo ha stanziato più di 4 miliardi" contro il caro bollette. "Per l'anno prossimo, abbiamo previsto altri 3,8 miliardi e siamo pronti a aggiungere altre risorse se l'andamento dei prezzi non dovesse stabilizzarsi. Per il primo trimestre 2022, annulliamo gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche, per le piccole attività commerciali, per le microimprese; riduciamo al 5 per cento l'aliquota IVA e abbattiamo gli oneri generali di sistema per il gas; e per i cittadini più poveri e in gravi condizioni di salute, c'è quasi un miliardo per rafforzare le agevolazioni". "L'Italia è impegnata per una soluzione strutturale al problema dei prezzi dell'energia a livello europeo. Penso alla proposta di stoccaggi integrati di scorte strategiche di gas. Al momento manca un accordo, ma è opportuno che il Consiglio continui ad occuparsene anche nelle prossime riunioni. Auspichiamo che il terzo pacchetto gas, presentato dalla Commissione, venga attuato rapidamente. Il pacchetto comprende l'acquisto congiunto volontario di stoccaggi strategici da parte degli operatori di trasmissione energetica, una misura che sarebbe utile per far fronte a eventuali rincari futuri". "Il governo interviene" contro il caro bollette "in misura che non ha precedenti per proteggere gli strati più deboli della popolazione: circa 8 miliardi in sei mesi".
Poi ancora: contro il caro bollette ci sono "stanziamenti imponenti, di misura mai vista prima, orientata a sollevare i più deboli dal rincaro dell'energia. Questi stanziamenti non possono andare avanti all'infinito quindi serve una soluzione strutturale e occrre fare una riflessione sul meccanismo di prezzo dell'energia". "In Europa è iniziata una riflessione in cui parte attiva è Cingolani. E' difficile pensare a una riflessione strutturale che non chiami alla partecipazione dei costi comuni chi ha maturato profitti".
Intanto, si allontana ancora per le famiglie l'uscita dal mercato tutelato dell'energia. La scadenza del servizio di maggior tutela prevista per il 31 dicembre 2022, con il passaggio obbligato al mercato libero dal primo gennaio 2023, lascia il posto ad un regime transitorio in cui i clienti domestici potranno rimanere 'tutelati' fino al primo gennaio 2024, garantendo così un percorso di uscita graduale. E' la maggiore novità contenuta nell'emendamento al decreto Recovery firmato dal capogruppo M5S alla Camera, Davide Crippa, riformulato nel corso dell'esame in Commissione Bilancio e approvato nella seduta odierna.
E' vicino un accordo sulle modifiche al Superbonus in manovra: si va verso l'abolizione del tetto Isee di 25mila euro per le villette, con il vincolo del 30% di lavori entro il 30 giugno 2022. Lo affermano diverse fonti di maggioranza, secondo le quali l'intesa dovrebbe essere recepita da un emendamento dei relatori. L'accordo non è ancora chiuso, però, perché resta il nodo del costo totale delle modifiche e una nuova riunione ci sarà domani. Il problema riguarderebbe l'allungamento del fotovoltaico, che peserebbe troppo nel 2024. Dovrebbero essere invece essere recepite modifiche sulle colonnine di ricarica e sulle Onlus.