Piazza Affari prosegue la seduta in
forte calo pur risalendo dai minimi registrati dopo in apertura
in affanno. A 5 giorni dall'attacco della Russia all'Ucraina
l'indice Ftse Mib lascia sul campo il 2,8% a 25.046 punti, con
gran parte del paniere in rosso. In particolare, con lo spread
tra Btp e Bund tedeschi in rialzo a 164,8 punti ed il rendimento
annuo dei titoli decennali in calo di 1,8 punti base all'1,83%
le vendite si concentrano su Unicredit (-9,54%), il più esposto
sulla Russia tra gli Istituti bancari, congelata anche per
eccesso di ribasso. In calo anche Intesa (-6,42%), Banco Bpm
(-4,76%) e Bper (-4,66%), mentre sul fronte industriale pesano
Pirelli (-7,13%), che ha impianti in Russia e Stellantis
(-5,51%), insieme a Buzzi (-6,37%).
L'annuncio della presidente dell'Ue Ursula von der Leyen
sull'invio di armi in Ucraina ed il finanziamento al Paese per
acquistarle spinge Leonardo (+15,59%) e Fincantieri (+13,28%).
Bene anche Tenaris (+3,46%), Inwit (+2,49%(), Diasorin (+2,34%)
e Amplifon (+12,07%). Segno positivo pure per Saipem (+0,64%),
Prysmian (+0,61%), A2a (+0,6%) e Terna (+0,34%), mentre girano
in calo Italgas (-0,56%) e Snam (-0,63%). Il rialzo del greggio
(Wti +5,3% a 96,44 dollari al barile) e del Brent (+5,38% a
99,18 dollari al barile) non sostiene Eni (-1,68%), che si
allinea agli altri titoli petroliferi dopo il crollo di Bp
(-6,36%), che ha deciso di cedere la propria quota del 19,73% in
Rosneft (-42% a Londra). Totale Eneries cede infatti a Parigi il
6,37%, mentre appare più cauta Shell (-1,68%), mentre si muove
in controtendenza la norvegese Equinor (+3,2%), che ha deciso di
lasciare la Russia.
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