Le Borse europee restano pesanti a metà seduta, con Parigi in testa ai ribassi (-2,4%) nonostante la vittoria di Emmanuel Macron alle presidenziali abbia scongiurato il rischio di un terremoto sui mercati. Londra cede il 2,2%, Francoforte l'1,8% e Milano l'1,6% mentre anche a New York i future sui principali indici, tutti in calo di quasi un punto percentuale, segnalano un'apertura negativa. Pesa sulle Borse il timore di una frenata della Cina a causa del Covid, con il rischio che anche Pechino entri in un lockdown simile a quello di Shanghai mentre nel Paese aumentano i casi di infezione e le autorità non arretrano dalla politica della "tolleranza zero" contro il virus. Il rischio che il colosso asiatico debba fermarsi affonda il petrolio, in calo del 4,2% (Wti a 97,7 e brent a 102,2), e le materie prime, che hanno chiuso in deciso calo sui mercati cinesi, con il ferro in flessione del 6,7% a Dailan mentre a Shanghai le bobine laminate a caldo e l'acciaio hanno perso il 3%, l'alluminio il 2,9% e il rame lo 0,9%. La fuga dal rischio, in un contesto di grande volatilità per la guerra in Ucraina e la stretta monetaria, spinge i titoli di Stato, con i rendimenti dei bond governativi in calo generalizzato in tutta Europa. Quello dei Btp scende di 3 punti base al 2,63% anche se lo spread con il Bund tedesco si allarga in egual misura a 173 punti base. Tiene l'oro, stabile a 1.908 dollari l'oncia, mentre sul mercato valutario si apprezza il dollaro, tra i beni rifugio per eccellenza, verso tutte le principali valute, incluso l'euro con cui scambia a 1,073. Sulle Borse soffrono i petroliferi (-3,7% l'indice Stoxx) e le materie prime (-2,7%), in scia al calo dei prezzi delle commodity, ma anche il lusso (-3,7%) che ha nella Cina un importante mercato di sbocco, le banche e i servizi finanziari. A Piazza Affari guidano ribassi Tenaris (-4,3%), Interpump (-4%), Moncler (-3,7%), Cnh Industrial (-3,4%), FinecoBank (-3,2%).
I timori sull'economia a causa soprattutto dell'ondata di Covid-19 affondano le Borse cinesi: l'indice Composite di Shanghai segna un tonfo del 5,13%, a 2.928.51 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 6,48%, crollando a quota 1.790,03.
Anche la Borsa di Hong Kong crolla sui timori dell'ondata di Covid in Cina e della stretta dei tassi negli Usa: l'indice Hang Seng cede il 3,73%, a 19.869,34 punti.
Petrolio in forte calo sui mercati internazionali in scia ai timori per l'avanzata del Covid in Cina e alla strategia messa in campo da Pechino per contrastarne la diffusione, che rischia di avere impatti sulla crescita globale e sulla domanda di greggio da parte del gigante cinese. Il wti, il greggio texano, scende sotto i 100 dollari al barile (-3,3% a 98,8 dollari) mentre il brent del Mare del Nord perde il 3,2% a 103,28 dollari. Nel weekend Shanghai ha registrato il record di morti mentre le autorità di Pechino hanno avvertito che il virus si sta "silenziosamente diffondendo" e imposto test di massa in un distretto della capitale.
Crollano le materie prime sui mercati internazionali mentre l'avanzata del Covid in Cina e la dura risposta della autorità di Pechino preoccupa gli investitori sulla domanda di commodity, in un contesto già reso incerto dalla corsa dei prezzi, dalla stretta monetaria e dalla guerra in Ucraina. I future sul rame con consegna a maggio crollano sul mercato cinese /Shanghai Future Exchange )dell'8,4%, quelli sull'alluminio con consegna a giugno addirittura del 50% mentre quelli sul ferro del 48% al Dalian commodity exchange, un altro mercato di commodity cinese.
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