La crisi dovuta all'emergenza
pandemica ha colpito tutte le imprese italiane, ma quelle che
hanno cambiato la propria governance aziendale in un'ottica più
evoluta e moderna hanno limitato i danni, mostrando una
performance superiore. Nel 2020, infatti, le aziende la cui
governance si è evoluta hanno avuto un calo del fatturato del
6,8%, rispetto all'9,1% delle imprese che hanno avuto un
peggioramento nella propria governance.
A rilevarlo il Report 2022 del Corporate Governance Lab della
SDA Bocconi e realizzato con il contributo di PwC TLS, Banca
Generali e NUO e che ha analizzato le 5.398 imprese italiane con
fatturato superiore ai 50 milioni di euro, monitorandone la
governance e l'assetto proprietario nel biennio 2018-2020.
L'indice di corporate governance (ICG) è calcolato sulla base di
cinque parametri e secondo la ricerca nel 2020 la diversity del
Cda è aumentata in 229 imprese, il CdA è stato introdotto ed è
stato aperto a consiglieri esterni rispettivamente in 79 e 182
casi, mentre hanno separato le cariche di presidente e
amministratore delegato 377 imprese, e 251 sono passate a una
leadership individuale, portando le imprese con un ICG in
crescita a 771, cioè il 14% del totale.
Questo, secondo la ricerca, ha portato le aziende con una
perdita rispetto al 2019 in crescita del 7,1% tra quelle indice
di governance in peggioramento, rispetto al 5,2% delle imprese
con indice stabile e il 4,4% di quelle in miglioramento. Secondo
la ricerca un punto aggiuntivo di indice porterebbe a un aumento
addirittura del 14,9% della probabilità di pagare dividendi,
mentre si accompagna a una diminuzione del 7,4% della necessità
di ricorrere a misure statali di sostegno.
Inoltre, le imprese con ICG più elevato hanno il 2,22% di
possibilità di essere presenti nei Paesi a basso rischio
politico ma solo lo 0,86% in quelli ad alto rischio politico,
mentre per quelle con indice ICG più basso avviene il contrario:
hanno l'1,27% di probabilità di investire in Paesi a minor
rischio, contro una probabilità quasi doppia (il 2,44%) di
essere in Paesi più problematici. Infine, il 67% delle imprese
con ICG alto ha una strategia ESG formalizzata, contro il 58%
delle imprese con ICG basso.
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