L'Eni continuerà a pagare il gas russo in euro, come da contratto. Nell'imminenza della scadenza della fattura di maggio, intorno al 20, e dopo che Gazprom bank ha chiuso i conti correnti su cui gli acquirenti hanno finora pagato le forniture, Eni ha avviato in via cautelativa la procedura di apertura temporanea di due conti - denominati K - uno in euro e uno in rubli, come indicato da Gazprom Export, sulla base di "una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere", ricorda il gruppo italiano, e secondo la procedura disposta dalla federazione russa. Il versamento avverrà sul conto in euro, modalità che "non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti". E per il colosso energetico italiano il contratto è quindi rispettato.
Entro 48 ore dall'accredito e senza il coinvolgimento della Banca centrale russa, un apposito "clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca" provvederà alla conversione in rubli e in caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare l'operazione "non ci saranno impatti sulle forniture", spiega l'Eni. La decisione di Eni, condivisa con le istituzioni italiane, è stata presa "nel rispetto dell'attuale quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export" su cui ricadrà "ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti". In assenza di risposte chiare e fondate da parte di Gazprom Export per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento, Eni avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere).
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