Leonardo Del Vecchio se ne è andato senza fare rumore, così come ha costruito il suo impero. Deciso, visionario, pronto a sostenere le sue idee. Difficilmente perdeva una partita e, a 87 anni, il quadro era tranquillo. A posto Luxottica fusa con Essilor in un gruppo con sede in Francia dove comanda un azionista italiano, un fatto quanto mai raro per la nostra impresa, pubblica e privata. A posto la parte successoria con scelte già definite per i figli e la moglie. A posto i grandi investimenti immobiliari in Covivio.
La sua morte raccoglie il ricordo e il riconoscimento di moltissimi protagonisti della politica e dell'economia. A cominciare dal premier Mario Draghi passando ai ministri Giorgetti, Brunetta e alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, fino agli imprenditori John Elkann, Letizia Moratti, Alessandro Benetton e a Francesco Gaetano Caltagirone con il quale ha condiviso le ultime battaglie finanziarie.
Se il quadro societario è definito resta invece ancora aperto il match su Mediobanca, che può coinvolgere anche Generali, della quale piazzetta Cuccia è primo azionista. Una partita che Del Vecchio ha condiviso con Francesco Milleri, l'uomo che ha scelto per il comando operativo di EssilorLuxottica, lo stesso manager che a breve potrebbe entrare in Delfin con il ruolo di 'successore' e di equilibratore tra le diverse componenti della famiglia. E il quadro con il quale la nuova Delfin si confronterà è quello posto dalla Bce: l'holding dei Del Vecchio, se vuole salire oltre il 20% di Mediobanca, deve trasformarsi in un soggetto bancario. O allearsi strettamente con una banca.
Piazzetta Cuccia ha chiuso il prestito titoli ed è tornata azionista di Generali con il 12,7% dopo aver vinto la prima partita contro Caltagirone-Del Vecchio-Crt. Quindi per conquistare Generali la strada maestra resta quella di controllare Mediobanca.
La holding dei Del Vecchio per ora rimane al 19,4% di piazzetta Cuccia e può guardare alla prossima assemblea per ottenere qualche risultato. Il Cda scade invece nell'ottobre 2023: è possibile che i sei figli più l'ultima moglie di Del Vecchio condividano la stessa passione per gli investimenti nel mondo finanziario?
La risposta verrà dalle prossime mosse di Delfin, che ha già impostato la sua strategia. Con due possibilità : spostare la quota detenuta in Mediobanca in un'apposita holding bancaria oppure allearsi con un grande gruppo del credito per proseguire nella crescita. Improbabile che l'alleato possa essere Unicredit guidato da Orcel, che anzi è uscito da Mediobanca. Sondata per ora senza definizioni concrete Intesa, che cinque anni fa studiò la conquista di Generali attraverso un'offerta pubblica di scambio, poi mai lanciata.
Secondo diverse fonti finanziarie, oggi per Delfin l'obiettivo principale sarebbe una cordata con un grande istituto bancario per poi rilanciare, anche attraverso economie di scala, le attività di Mediobanca e le grandi masse gestite da Generali.Â
La Borsa per ora vede comunque una ridotta combattività sui due gruppi: Mediobanca è scesa in Piazza Affari del 2,1% e Generali del 3%. Debole anche EssilorLuxottica a Parigi, dove il titolo ha chiuso in ribasso del 2,2%.
"Del Vecchio ha creato una delle più grandi aziende del Paese - ha ricordato il presidente del Consiglio, Mario Draghi - partendo da umili origini, dall'accoglienza presso l'orfanotrofio dei Martinitt a Milano e dall'esperienza come garzone e operaio. E' stato un grande italiano: ha portato la comunità di Agordo e il Paese intero al centro del mondo dell'innovazione". "Ne sentirò la mancanza come amico, come imprenditore e come uomo di princìpi", aggiunge tra gli altri Francesco Gaetano Caltagirone, che ha "sempre apprezzato la sua lealtà , la sua voglia di lavorare per il bene dell'azienda, con assoluto distacco dal potere che la forza economica può dare, la sua grande visione anche sociale". I funerali, su richiesta dello stesso Del Vecchio, si terranno giovedì poco lontano dallo stabilimento di Agordo, nel bellunese. La sua fabbrica, tra la 'sua' gente.