Gas e petrolio condizionano l'andamento dei mercati europei. L'Opec+ ha deciso di tagliare la produzione di petrolio di 100.000 barili al giorno il mese prossimo per stabilizzare il mercato, ritornando così sui livelli di agosto.
Le Borse europee, orfane di Wall Street per la festa del Labour Day, chiudono in calo con il gas e il petrolio che tornano a salire. Sul fronte energetico non si allentano le tensioni dopo la decisione della Russia di tenere chiuso il Nord Stream le recenti minacce del Cremlino. Clima negativo anche in vista del rialzo dei tassi da parte della Bce. L'indice d'area conclude la seduta in calo dello 0,62%, bruciando 58,7 miliardi di capitalizzazione. In flessione Francoforte (-2,22%), Parigi (-1,2%), Madrid (-0,88%) mentre è piatta Londra (+0,09%). La Borsa di Milano chiude in netto calo. L'ultimo indice Ftse Mib cede il 2,01% a 21.480 punti e manda in fumo 12 miliardi di euro. L'indice Stoxx 600, che raggruppa i principali titoli azionari del Vecchio continente, cede lo 0,62% e brucia 58,7 miliardi di capitalizzazione.
Il prezzo del gas torna a salire con la decisione di lasciare chiuso il Nord Stream e con le nuove minacce di Mosca sul fronte dell'energia. Ad Amsterdam il prezzo conclude le contrattazioni a 245 euro al megawattora, con un aumento del 14,6% rispetto alla chiusura di venerdì ma ad un livello inferiore rispetto ai 275 euro dell'inizio di giornata.
La guerra del gas detta l'agenda dei leader, dalle bollette al nucleare
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è arrivato a sorpresa in Algeria per una visita di lavoro. Lo ha riferito una fonte governativa algerina all'ANSA precisando che Michel è stato ricevuto all'aeroporto "Houari Boumediene" di Algeri dal premier algerino Aymene Ben Abderrahmene e da componenti del suo esecutivo. Si prevede che il presidente dell'Ue discuta con funzionari ed alti esponenti algerini, incluso il presidente Abdelmadjid Tebboune, di varie questioni tra cui l'energia e la fornitura all'Europa di quantità aggiuntive di gas, riferisce la fonte.
Le scorte di gas dell'Unione Europea sono salite nel corso dell'ultima settimana all'81,55% della capacità di stoccaggio. I dati del Gie (Gas Infrastructure Europe) indicano, alla data di sabato scorso, un riempimento dell'85,55% degli stoccaggi in Germania e dell'83,74% di quelli in Italia. "Sugli stoccaggi abbiamo raggiunto un livello di riempimento che oggi è intorno all'83,5%, ci mancano ancora un miliardo e duecento milioni di metri cubi per arrivare all'obiettivo del 90%". Lo ha detto l'amministratore delegato di Snam Stefano Venier, nel corso di un'intervista a Rai News 24 in occasione di Gastech 2022"Ovviamente, se riusciremo a riempire un po' di più sarà certamente un contributo aggiuntivo, non solo alla sicurezza per l'inverno, ma anche per avere una maggiore flessibilità nel rispondere alla volatilità della fornitura dalla Russia", ha aggiunto Venier. "Il dato è positivo, avevamo programmato di raggiungere un certo livello alla fine di agosto e lo abbiamo esattamente conseguito come da programmi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA