Serve "un nuovo patto sociale";
"siamo pronti a fare la nostra parte": si rivolge ai leader
della politica il presidente di Confartigianato, Marco Granelli,
alla seconda tornata della serie di incontri che l'associazione
di artigiani e pmi sta tenendo in vista del voto, questa mattina
con Enrico Letta, a seguire Matteo Salvini e nel pomeriggio
Carlo Calenda. Domani in agenda Giorgia Meloni. Dopo gli
incontri di giovedì scorso con Giuseppe Conte e Antonio Tajani.
"Qui oggi ci sono i rappresentanti di 4,4 milioni di artigiani e
di micro e piccole imprese con 10,8 milioni di addetti, l 99,4%
del nostro tessuto imprenditoriale e il 64% del totale degli
occupati. Siamo la più grande impresa italiana che vuole
continuare a creare sviluppo e lavoro e a portare l'eccellenza
del made in Italy nel mondo", sottolinea Granelli. E rilancia
l'appello: "Le elezioni devono essere l'occasione per
ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, politica e
istituzioni".
"Oggi due sono le urgenze: costi dell'energia e bonus edilizia"
avverte Confartigianato che già il quattro agosto ha inviato un
articolato documento alle forze politiche, in vista del voto.
Sul bonus edilizia "si sono messe le basi per sbloccare i
crediti incagliati" ma "rimaniamo convinti che la norma
approvata ieri non risolverà tutte le situazioni incagliate,
soprattutto quelle riferite ai credito di piccolo importo, per i
quali serve un acquirente di ultima istanza con l'intervento di
Poste e Cdp. In ballo c'è la sorte di migliaia di imprese che
oggi non possono incassare i 5,2 miliardi di crediti fiscali per
lavori incentivati dai bonus. Rischiano il fallimento e si
rischia la perdita di 47mila posti di lavoro". E se i prezzi
dell'energia non caleranno "nel 2022 pagheremo 42,2 miliardi in
più di energia rispetto allo scorso anno. Ripeto: 42 miliardi. A
rischio ci sono 881mila piccole imprese italiane con 3,5 milioni
di addetti".
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