La disuguaglianza al tempo della
pandemia cresce, soprattutto nei paesi poveri, secondo il nuovo
rapporto da Oxfam e Development Finance International (DFI).
Metà dei paesi poveri ha ridotto la spesa pubblica in sanità
durante la crisi sanitaria. Settantasette dei 161 paesi
analizzati sono stati interessati da tagli alla spesa sociale e
il 70% dei paesi ha ridotto la propria spesa per l'istruzione.
Lo studio, presentato in occasione degli Annual Meetings del
Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, passa in
rassegna le politiche fiscali e del lavoro e alcuni capitoli
della spesa pubblica in 161 paesi del mondo durante il primo
biennio pandemico.
"Mentre la povertà lavorativa ha raggiunto livelli record e
oggi l'impennata dell'inflazione erode il potere d'acquisto dei
lavoratori, due terzi dei paesi analizzati non hanno
incrementato i salari minimi nel biennio 2020-2021", si legge
nel rapporto che ricorda come anche in economie avanzate come
gli Stati Uniti il loro livello è invariato dal 2009.
Nonostante precedenti storici come l'influenza spagnola o la
seconda guerra mondiale, la maggior parte dei paesi non ha
alzato la tassazione dei redditi e dei patrimoni più elevati o
imposto prelievi sugli extra-profitti in settori come il
farmaceutico, l'IT o il commercio online.
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