Telecomunicazioni a prova di
hacker che, grazie alla tecnologia quantistica, corrono su fibra
ottica cablata sull'oleodotto gestito dalla Siot, raggiungendo,
come fa il porto di Trieste, tutte i principali snodi europei.
Questo è l'obiettivo a lungo termine del Momerandum of
Understanding (MoU) siglato oggi a Trieste tra Siot, società che
nel porto di Trieste gestisce l'Oleodotto Transalpino, Telsy
(Gruppo Tim) specializzata nel campo della cybersecurity, e
Quantum Telecommunications Italy (Qti) una spin-off
dell'Istituto Nazionale di Ottica del Cnr. L'ha spiegato il
presidente dell'autorità portuale, Zeno D'Agostino, a margine
del workshop durante il quale è stato presentato il MoU,
sull'applicazione alla logistica portuale dei sistemi di
crittografia quantistica (Qkd).
"Vogliamo applicare il modello Trieste alle telecomunicazioni
quantistiche: abbiamo dimostrato che con un network intermodale
dall'Adriatico si raggiungono tutte le parti più importanti del
mercato europeo. La stessa cosa ora si vuole replicare a livello
di cavi sottomarini, usando l'infrastruttura dell'oleodotto per
il cablaggio della fibra su cui corrono le informazioni
quantistiche. Il valore viaggia soprattutto a livello di dati.
Un porto vuole gestire anche ciò che sta sotto i mari, non solo
sopra", ha affermato D'Agostino, sottolineando l'entità della
sfida. "Nessuno è mai riuscito a portare un cavo sottomarino in
fondo all'Adriatico". Il workshop si è tenuto nel Palazzo della
Regione Fvg a Trieste.
Questa intesa rende operativa la convenzione quadro sul tema
delle comunicazioni quantistiche applicate alla logistica tra
Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e
università e centri di ricerca del territorio presentata a
luglio scorso.
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