Tra caro-energia ed inflazione, nel 2022 le famiglie italiane sono state costrette a bruciare 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il proprio tenore di vita ormai assediato dai costi incomprimibili: la quota familiare assorbita da spese per utenze e abitazione dovrebbe infatti attestarsi quest'anno sul 45,8% del totale mensile. Nel 2019 era il 35%. A stimarlo è Confesercenti. Una situazione che pesa soprattutto sui redditi medio-bassi. Per le famiglie meno abbienti - circa 10,5 milioni - i costi fissi
varranno quest'anno la metà dell'intera spesa mensile, riducendo ancora di più lo spazio per le altre spese.
L'inflazione, inoltre, erode sempre più il potere d'acquisto che alla fine del 2023, per i lavoratori dipendenti, risulterà inferiore di 2.800 euro rispetto al 2021, mentre per i lavoratori autonomi calerà di 2.200 euro. Confsercenti calcola che gli effetti del caro-prezzi per il 2023 "risulterebbe pari in media al +5,6%, portando così al +14,1% l'aumento dei prezzi nel biennio 2022-23". In tale scenario, quest'anno la spesa delle famiglie aumenterà appena dello 0,5%, indica inoltre Confesercenti, parlando di "un risultato deludente", dovuto quasi interamente all'aumento delle spese obbligate, e a cui si giungerebbe solo a fronte di una riduzione di ulteriori 11 miliardi dei risparmi
delle famiglie.