Ci sono "considerazioni imprescindibili" alla base dell'intervento del Governo sul superbonus ma - rileva Confindustria che parla di "modifiche dirompenti" con la dg Francesca Mariotti in audizione in Commissione Finanze della Camera - "non possono validare le modalità con cui è stato attuato il repentino blocco delle operazioni di sconto in fattura e cessione". "Eliminare tout court, e senza un ragionevole spazio transitorio, le forme di utilizzo alternative alle detrazioni ha minato l'affidamento, la capacità di programmazione e lo spazio di investimento di tutti gli operatori coinvolti", aggiunge Mariotti.
"La vicenda del superbonus è emblematica di come l'apprezzabile intenzione originale di creare uno shock nell'economia colpita dagli effetti negativi della pandemia da Covid-19, possa naufragare se non supportata da una avveduta quantificazione dei costi di copertura e da una precisa delimitazione dell'ambito di intervento", sottolinea Mariotti. "Una vicenda tormentata insomma, di cui - avverte - non intravediamo la fine. Perché è evidente che anche i recenti interventi necessiteranno, a loro volta, di ennesimi correttivi".
E' urgente, avverte Confindustria sul fronte del superbonus, "garantire lo smaltimento (tramite cessioni) dell'ampio stock di crediti già maturati, il cui ammontare è stimato in circa 19 miliardi di euro". La Dg di viale dell'Astronomia ribadisce la disponibilità già espressa dall'associazione degli industriali. "Il settore manifatturiero rappresentato da Confindustria dà ampia disponibilità a fare la propria parte, tramite piattaforme affidabili e certificate, nelle operazioni di acquisto di crediti delle imprese fornitrici prive di adeguata capienza fiscale. Si tratterebbe - aggiunge Mariotti - di un intervento significativo al fine di mantenere l'operatività del settore edilizio e della connessa filiera, mettendo a disposizione dell'intero sistema produttivo la liquidità disponibile".