Arriva il sospirato sì alla terza rata Pnrr. E insieme l'Italia incassa un secondo ok dell'Ue. C'è anche l'approvazione delle modifiche presentate per ottenere la quarta tranche: il governo mette così in sicurezza l'obiettivo di incassare entro fine anno i 35 miliardi previsti per il 2023.
La palla passa ora sulla rimodulazione dell'intero progetto, che il governo illustrerà martedì alle Camere e sul quale, oltre alle polemiche dell'opposizione, cresce il malumore dei Comuni che in alcuni casi hanno già avviato i progetti. L'attesissimo via libera dell'Ue è accompagnato dalla ovvia la soddisfazione di Raffaele Fitto, il ministro che ha curato il dossier e che parla di "un lungo confronto costruttivo". Commenta anche la premier Giorgia Meloni. Dagli Stati Uniti mette l'accento su "un grande risultato, frutto dell'intenso lavoro". Un risultato che, emerge chiaramente, non si ferma alle decisioni. Il Paese incassa infatti un caldo appoggio da Bruxelles.
L'Italia e l'Ue sono legati a doppio filo: come è noto il Belpaese utilizzerà più risorse degli altri, così il risultato raggiunto può diventare un successo anche per l'Europa, che potrebbe usare il 'format' Recovery Ue anche per altro. "La questione è cosa ci sarà dopo il 2026", dice a caldo il commissario europeo Paolo Gentiloni, che guarda al ritorno del Patto di Stabilità e a nuovi strumenti. La strada del Pnrr per il 2023 appare ora spianata. I 18,5 miliardi previsti per la terza 'tappa' del processo arriveranno concretamente in quattro settimane. L'assegno sarà staccato dopo l'ultimo via formale previsto dall'Ecofin. La quarta rata, di fatto, appare quasi scontata. Sul tappeto sale l'altra sfida. Quella della rimodulazione delle risorse e degli obiettivi che il ministro Fitto presenterà martedì a Camera e Senato. E che atterra sul confronto italiano non senza polemiche e tifoserie opposte. I commenti della maggioranza evidenziano il successo, a cominciare dai ministri per finire ai parlamentari. Quelli dell'opposizione rilanciano le critiche, anche se mancano all'appello i leader. Gli strali puntano soprattutto alla riduzione di 1,3 miliardi per gli stanziamenti finalizzati al dissesto idrogeologico che rischiavano di non essere completati entro il 2026. Tra le modifiche, a richiamare critiche c'è anche lo slittamento di un anno e tre mesi del termine entro cui la pubblica amministrazione dovrà pagare i fornitori. A preoccupare gli amministratori locali è invece il taglio, nei fondi del Pnrr, agli stanziamenti dei Piani Urbani Integrati. Si tratta di risorse per i Comuni che, in molti casi, è stato assicurato troveranno altre linee di finanziamento: o con i fondi strutturali o con risorse interne. Ma ci sono Comuni che hanno avviato la macchina dei cantieri. E protestano. E' il caso di Napoli: il sindaco Gaetano Manfredi lamenta "13,5 miliardi sottratti alle necessità dei cittadini" con cantieri in procinto di partire. Lo stesso a Rimini, che ha già avviato i cantieri del 'Parco del Mare': l'amministrazione parla di 'mannaia sui comuni virtuosi'. Gli altri fanno i conti. Come a Roma, dove il sindaco Gualtieri teme il rallentamento di alcuni progetti. O come il sindaco di Catania che attende i fondi perché "noi rispettiamo i tempi". Molti sono in attesa di avere comunicazioni ufficiali. Altri - come Bologna o Palermo - hanno già avuto rassicurazioni sui rifinanziamenti. Ma chiarimenti potrebbero arrivare già la prossima settimana. Oltre all'intervento del ministro Fitto alla Camera e al Senato, il governo ha chiesto osservazioni anche alle parti sociali e presto potrebbe essere convocata una riunione chiarificatrice con tutte le amministrazioni territoriali.
von der Leyen:'Sul Pnrr avanti tutta'
"Continueremo a essere al fianco dell'Italia in ogni passo necessario per assicurare che il Piano sia un successo italiano ed europea: avanti tutta con Italia domani'. Così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo il via libera dato dall'esecutivo europeo alla terza tranche del Pnrr e alle modifiche richiesta da Roma per la quarta tranche. "L'Italia ha mostrato molti progressi nel portare avanti riforme cruciali e gli investimenti previsti dal suo Pnrr", ha aggiunto la presidente. Nel suo messaggio von der Leyen cita, tra le azioni previste nel Pnrr italiano, la riforma del sistema sanitario, di quello fiscale e della giustizia, nonchè gli investimenti nei servizi digitali pubblici e nella maggiore sostenibilità dei trasporti pubblici. Ma anche la possibilità di dare nuovo slancio allo sviluppo dei servizi e del commercio grazie alla legge sulla concorrenza. "Una volta che anche gli Stati membri avranno dato luce verde, l'Italia riceverà 18,5 miliardi dal NextGenerationEu" conclude von del Leyen ricordando che la Commissione ha anche adottato il suo parere favorevole alle modifiche richieste per gli obiettivi della quarta tranche.
"Oggi compiamo due importanti passi avanti con l'attuazione del piano di ripresa e resilienza dell'Italia". Lo afferma il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, commentando il via libera della Commissione europea alla terza rata del Pnrr. "Una volta completate le procedure necessarie, l'Italia riceverà 18,5 miliardi di euro per continuare a sostenere lo sviluppo economico del Paese in questi tempi difficili. Nel frattempo, la nostra valutazione positiva delle modifiche mirate agli impegni per la quarta rata aprirà la strada all'Italia per presentare tale richiesta dopo la pausa estiva", sottolinea Gentiloni.
Cgil, 'decisioni preoccupanti, obiettivi a rischio'
"Le decisioni del governo in merito al Pnrr sono a dir poco preoccupanti. Si cancellano progetti per 16 miliardi che riguardano il rischio alluvione, il dissesto idrogeologico, la decarbonizzazione. Lo stesso avviene per sanità territoriale e progetti dei Comuni. Si rischia di compromette gli obiettivi strategici del Piano su ambiente, conversione ecologica, welfare, riduzione di diseguaglianze e divari territoriali". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. "Il metodo - aggiunge - è peggio del merito. Siamo di fronte a scelte unilaterali e alla cancellazione, di fatto, del confronto con le parti sociali". "Il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ci ha fatto pervenire oggi pomeriggio la richiesta di trasmettere, entro il primo agosto, le nostre osservazioni" sulla revisione del Pnrr. "Cosa che, ovviamente, faremo, ma questo non ha nulla a che fare con una vera negoziazione e con il confronto preventivo previsti dalle norme". Lo rende noto il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, riferendosi alla richiesta indirizzata dal ministro a tutte le parti sociali, dalle associazioni datoriali ai sindacati, ritenendo "fondamentale" il contributo del partenariato economico, sociale e territoriale.
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