Slitta alla prossima settimana il Decreto legge sull'energia che doveva essere approvato in Consiglio dei ministri. Il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica non ha ancora trovato la quadra su tre misure chiave del provvedimento: il rinvio della fine del mercato tutelato di luce e gas, un polo per l'eolico offshore al Sud, le concessioni per l'idroelettrico. Se ne riparlerà la prossima settimana, fanno sapere fonti di governo.
Il mercato tutelato di gas ed elettricità riguarda circa 10 milioni di utenti italiani, un terzo del totale. Per loro, le bollette sono fissate dall'autorità pubblica Arera. Gli altri utenti di luce e gas hanno scelto di passare al mercato libero: qui le tariffe in bolletta sono stabilite dalle società energetiche. La fine del mercato tutelato al momento è fissata al 10 gennaio 2024 per le bollette del gas e al primo aprile per l'elettricità. Il passaggio al mercato libero però riguarda solo 5,5 milioni di utenti. Per gli altri 4,5 milioni, giudicati "vulnerabili" (poveri, malati, disabili, ultra-75enni, in zone disastrate), il mercato tutelato rimane.
Ma di fronte alla crisi energetica, in molti, a partire dalle associazioni di consumatori, hanno chiesto una proroga di questa scadenza, anche se questo è uno degli obiettivi previsti dal Pnrr e concordati con l'Europa. Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva pensato a un rinvio da sei mesi a un anno. "Non è una proroga giuridica", aveva spiegato il ministro Gilberto Pichetto Fratin, ma un allungamento dei termini per dare "garanzia di informazione alle famiglie e di rapporto con le banche". Il rinvio era già pronto nella bozza di Decreto legge, ma è stato stoppato all'ultimo, perché la norma, spiegano fonti del Mase "non era ancora perfezionata". "Siamo alla fase di rivedere le virgole", ha commentato il ministro.
Stesso discorso per il progetto di un polo per l'eolico offshore al Sud. La bozza prevede che entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto vengano individuati due porti nel Mezzogiorno dove installare cantieri navali per costruire le piattaforme eoliche galleggianti e le relative infrastrutture. L'eolico in mare in Italia può essere realizzato soltanto al Sud, dove c'è vento abbondante, e solo su piattaforme galleggianti ancorate ai fondali, data la profondità di questi.
Di qui l'idea di concentrare nel Mezzogiorno la costruzione degli impianti. Per il polo dell'offshore, il decreto prevede 80 milioni di euro per il 2024, 170 milioni per il 2025 e 170 milioni per il 2026. Entro 90 giorni dall'individuazione, le aree devono essere date in concessione a società di costruzioni navali qualificate. Data l'entità dell'investimento, e il suo ruolo strategico per fare del Mezzogiorno un hub energetico, il Mase ha preferito prendersi una settimana in più, per definire bene il testo. Per Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, l'eolico offshore è un tecnologia "interessante" per l'Italia, anche se "i costi sono ancora alti". "Siamo in Europa primi nella produzione di strutture di ferro e acciaio - ha proseguito -, primi nella produzione di piattaforme galleggianti, secondi nella produzione di acciaio e nelle piattaforme offshore". "Già abbiamo un buon posizionamento", ha concluso, anche se "stiamo facendo pochissimi impianti".
Sulle concessioni per l'idroelettrico, il nuovo Decreto Energia prevede, oltre alle gare regionali, la possibilità per le aziende già concessionarie o in scadenza di presentare un piano di investimenti. Ma questa eventualità potrebbe essere in contrasto con gli impegni italiani di riforma legati ai fondi del Pnrr. Su questo dossier, è ancora in corso un confronto con Bruxelles.
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