"Inviterei a non banalizzare quando si parla di soggetti che nel nostro caso sono delle istituzioni, non siamo solo una banca ma siamo un'istituzione del nostro Paese, tra le più importanti che l'Italia ha e di cui dovremmo vantarci ed essere orgogliosi perché". Lo ha detto il consigliere delegato di Intesa, Carlo Messina, sottolineando, tra l'altro il ruolo "incomparabile" della banca nel sostegno al debito pubblico, di cui è il secondo sottoscrittore, e quello da guardare "con attenzione molto significativa" nel sociale.
"Non parlo solo di 500 miliardi di crediti che sono pari a un terzo del pil, di un trilione e 200 miliardi di risparmi degli italiani che ci portano a un livello incomparabile in Europa, non parlo dell'essere il secondo sottoscrittore di titoli pubblici dopo la Bce, che dovrebbe essere un altro elemento che porta molti a riflettere perché la dimensione del sostegno al debito pubblico è incomparabile", ha detto Messina.
"Credo che la valutazione di quello che fa la banca particolarmente nella lotta alle disuguaglianze e per il sociale deve essere guardato con attenzione molto significativa da tutti nel nostro Paese". "La banca - ha aggiunto - oggi deve essere considerata come la principale istituzione che si occupa di contrasto a disuguaglianze e a favore del sociale".
Intesa Sanpaolo "oggi deve essere considerata come un'istituzione e come la principale istituzione che in Italia si occupa di contrasto alle diseguaglianze e di interventi nel sociale", ha detto Messina, nel suo intervento a "Nessuno escluso", l'evento dedicato all'impegno di sociale di Intesa. "Voglio sia chiaro che non solo siamo una grande banca europea, una grande compagnia assicurativa ma anche la più grande fondazione che opera in Italia", ha aggiunto Messina ricordando che Intesa distribuisce ogni anno 200 milioni per il sociale a fronte dei 150 della Cariplo e dei 180 della Compagnia Sanpaolo.
Messina ha sottolineato come Intesa abbia l'"obiettivo di voler remunerare i propri azionisti ma nel far questo" intende "restituire alla comunità una componente importante degli utili", pari a "200 milioni all'anno" più di quanto erogano le due più grandi fondazioni del Paese, la Cariplo e la Compagnia Sanpaolo.
"A questi 200 milioni si aggiungono 100 milioni di costi di struttura perché abbiamo 1.000 persone a occuparsi del sociale e delle diseguaglianze" e quindi "ogni anno sopportiamo con grande soddisfazione costi per 300 milioni". "Abbiamo la fortuna di avere le Fondazioni tra i nostri soci, che hanno portato stabilità nell'azione del management e dell'amministratore delegato" ma con con cui "c'è anche un dna e un'affinità comune". "Ma nella scala degli interventi per il Paese sia chiaro che Intesa è la prima fondazione d'Italia".
Tra l'altro, ha ricordato Messina, "quelle fondazioni hanno da Intesa dividendi significativi" e che sono pari per Cariplo a 150 milioni di erogazioni dello scorso anno e per la Compagnia Sanpaolo a 180 milioni. "Non che non abbiano disponibilità ma voglio far capire che senza Intesa Sanpaolo e la volontà di queste fondazioni di voler essere azioniste non si alimenterebbe il sociale nel nostro Paese". "Attraverso la buona gestone della banca e il lavoro delle nostre 100 mila persone - ha concluso Messina - garantiamo la linfa vitale per quegli enti che generano bontà ed effetti positivi sul nostro Paese".
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