''Penso che siamo al livello più alto e che i tassi, molto probabilmente - salvo shock supplementari o dati completamente imprevedibili - non dovrebbero continuare ad aumentare. Credo che abbiano raggiunto il loro picco": lo ha detto la presidente dela Banca centrale europea, Christine Lagarde, intervistata da France 2. "Se vinciamo la battaglia contro l'inflazione, vale a dire se abbiamo la certezza che l'inflazione sarà effettivamente al 2%, allora i tassi cominceranno a scendere", ha aggiunto nell'intervista a Caroline Roux.
"I dati più recenti per il quarto trimestre del 2023 indicano che la crescita rimarrà probabilmente moderata, mentre il mercato del lavoro dovrebbe rallentare. Ci si attende che la crescita inizi a recuperare all'inizio del 2024, in assenza di ulteriori shock", anche grazie al ridursi degli effetti di condizioni di finanziamento sfavorevoli. Lo scrive la Bce nel bollettino economico.
Inoltre, il calo dell'inflazione dovrebbe contribuire a far aumentare i redditi reali e la crescita dell'export dovrebbe allinearsi al miglioramento della domanda estera.
La Bce, che ha aggiornato le previsioni economiche lo scorso dicembre, spiega che "gli indicatori di breve periodo disponibili suggeriscono il protrarsi della debolezza dell'attività economica nel quarto trimestre del 2023". Pesa la "perdurante contrazione della manifattura nel quarto trimestre" ma anche "un più marcato rallentamento nei servizi, che in precedenza avevano mostrato una buona tenuta". Inoltre, "i dati delle indagini più recenti continuano a segnalare una generale debolezza della spesa per beni" al termine dell'anno. Anche gli investimenti delle imprese, aumentati nel terzo trimestre 2023, "dovrebbero contrarsi nel quarto".
Calano anche gli investimenti nel settore dell'edilizia residenziale, per i quali la Bce prevede una ulteriore contrazione nel breve periodo. L'espansione economica dovrebbe tuttavia rafforzarsi a partire dagli inizi del 2024, con l'aumentare del reddito disponibile reale, sostenuto dall'inflazione in calo, dalla robusta crescita dei salari e dalla tenuta dell'occupazione, e con l'allinearsi della dinamica delle esportazioni ai miglioramenti della domanda estera". L'impatto della stretta sui tassi e le condizioni sfavorevoli dell'offerta di credito "continuano a trasmettersi all'economia, incidendo sulle prospettive per la crescita a breve termine", ma "tali effetti frenanti dovrebbero esaurirsi" nell'orizzonte di previsione, sostenendo la crescita. Secondo le proiezioni per l'area euro pubblicate a dicembre 2023 dagli esperti dell'Eurosistema, il Pil dovrebbe attestarsi allo 0,6% nel 2023, per poi risalire allo 0,8% nel 2024 e raggiungere l'1,5% nel 2025 e nel 2026.
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