Il taglio del cuneo contributivo e la
riforma del fisco spingono i consumi nel 2024 con una spesa
delle famiglie che dovrebbe valere 5,6 miliardi in più, circa la
metà della crescita complessiva attesa (+10,9 miliardi). Lo
calcola la Cer per la Confesercenti. Nel rapporto si sottolinea
che la propensione al risparmio delle famiglie è al livello più
basso degli ultimi 35 anni e che " i consumi hanno 'salvato' la
crescita nel 2023 e saranno fondamentali anche quest'anno". Le
prospettive però, si segnala, "restano incerte: senza la
conferma dei provvedimenti anche per il prossimo anno, nel 2025
l'aumento del Pil si fermerà al +0,8%".
Le misure di decontribuzione e la rimodulazione delle
aliquote di imposta faranno scendere la pressione fiscale di
mezzo punto, dal 42,2% al 41,7%, mettendo a disposizione delle
famiglie lo spazio necessario per un aumento della spesa. A
seguito di tali interventi, secondo la ricerca, "i consumi
aumenteranno nell'anno in corso dell'1%, in rallentamento
rispetto al 2023, ma comunque il doppio rispetto a quanto si
sarebbe registrato in assenza della legge di bilancio. In
termini assoluti, la variazione è pari a +10,9 miliardi
nell'anno, di cui +5,6 miliardi attribuibili ai provvedimenti
della manovra: 3,1 miliardi dal taglio del cuneo e 2,5 miliardi
da quello delle aliquote". Grazie al maggior aumento dei
consumi, "l'incremento del Pil nel 2024 raggiungerebbe lo 0,9%,
in lieve accelerazione sul 2023".
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