Cresce il network italiano del Global
Compact delle Nazioni Unite: nel 2023, la rete che rappresenta
la più grande iniziativa di sostenibilità d'impresa al mondo, ha
superato per la prima volta in Italia le 500 realtà ed è
composta oggi da 510 aziende. Tra le adesioni più recenti ci
sono simboli del made in Italy come Ferrari e Tod's, sedi locali
di gruppi internazionali come Leroy Merlin Italia e realtà del
settore finanziario come Cassa Centrale Banca - Credito
Cooperativo Italiano.
Nel 2023 sono stati 115 i nuovi aderenti. Le piccole e medie
imprese continuano a rappresentare la maggioranza degli aderenti
con il 55% del totale, ma le grandi aziende sono passate lo
scorso anno dal 35% al 45%. La partecipazione è dunque sempre
più bilanciata, favorendo lo scambio e l'interazione tra realtà
di diverse dimensioni, anche in una logica di filiera. Aumenta
anche la diversificazione tra i vari settori merceologici che
toccano comparti chiave dell'economia italiana e spaziano
dall'energia alla moda, fino alla grande distribuzione e le
utilities.
"La crescita delle adesioni all'Un Global Compact conferma la
consapevolezza sempre crescente del settore privato italiano sul
ruolo positivo che può giocare a favore della sostenibilità", ha
commentato Marco Frey, Presidente dell'Un Global Compact Network
Italia.
A dimostrarlo sono anche i numeri che emergono dalla ricerca
Global Private Sector Stocktake, realizzata insieme ad Accenture
e condotta su 2.800 aziende mondiali, di cui oltre 130 del
nostro Paese. Lo studio evidenzia che l'82% delle aziende
italiane ha modificato prodotti e servizi per allinearsi ad
almeno un Sdg: un dato superiore alla media globale, che invece
si attesta al 78%. Per colmare il gap che abbiamo nei confronti
degli obiettivi dell'Agenda 2030, occorre però che questo
cambiamento si diffonda e intensifichi, grazie anche alla
collaborazione con gli altri attori chiave (le istituzioni, la
finanza, i consumatori)" ha dichiarato Frey.
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