"L' assenza di interventi sulle
banche consorziate" fa chiudere in utile il Fondo interbancario
di tutela dei depositi che chiude il 2023 con un utile di circa
116 milioni di euro e un patrimonio di 4,6 miliardi di euro
(0,63% del totale dei depositi protetti). E' quanto è emerso
dall'assemblea tenuta a Roma secondo cui "grazie ai contributi
delle banche, che assommano dal 2015 a circa 8 miliardi di euro,
al 2 luglio 2024 la dotazione finanziaria sarà pari a circa 5,8
miliardi di euro (0,8% dei depositi protetti). Oltre a tale
somma di 5,8 miliardi di euro, si potrà disporre del
finanziamento di back up liquidity concesso da un pool di banche
consorziate per 3,5 miliardi di euro.
Il fondo ricorda come, dalla sua costituzione (1987) sia
intervenuto per la soluzione di 16 crisi bancarie con un esborso
complessivo di 3,3 miliardi di euro, così salvaguardando 29
miliardi di euro di depositi protetti (fino a 100 mila euro per
depositante). Lo Schema volontario, a sua volta, ha svolto 5
interventi per complessivi 1,3 miliardi di euro, forniti dalle
banche aderenti.
Infine si evidenzia come la rischiosità delle banche
consorziate migliori: il valore mediano dell'Indice aggregato di
rischio (Iar) scende da 37 punti del 2022 a 33,6 punti del 2023.
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