"Un mercato dei capitali integrato trarrebbe vantaggio dal rafforzamento della capacità dell'Esma di coordinarsi tra le autorità nazionali e da una maggiore armonizzazione della supervisione" e "da iniziative ambiziose degli Stati membri per promuovere la convergenza dei mercati finanziari. Comprese quelle volte a rafforzare gli strumenti di gestione della crisi e a introdurre un'assicurazione europea sui depositi - e si dovrebbe dare priorità alla ratifica del trattato Mes per rendere operativo il backstop per il Fondo di risoluzione unico". Lo dice il Fmi nella dichiarazione conclusiva sulla missione 2024 sui Paesi dell'Eurozona.
Il ministro dell'Economia Giorgetti ha sollevato al consiglio dei governatori del Mes il tema politico del recente trattamento ricevuto dall'Italia che da Paese fondatore Ue è stata estromessa da decisioni importanti sul futuro dell'Unione. Giorgetti ha stigmatizzato la "conventio ad escludendum assolutamente sbagliata" e l' "atteggiamento pregiudizievole verso il nostro Paese". Lo si apprende da fonti del Mef. Giorgetti ha apprezzato la relazione di Pierre Gramegna e ha accolto favorevolmente la disponibilità ad allargare gli orizzonti del Mes, ma ha segnalato che in Parlamento non c'è una maggioranza per la ratifica del trattato.
"Per il 2024 è prevista una modesta ripresa della crescita, che si rafforzerà ulteriormente nel 2025, ma le prospettive a medio termine restano difficili". "La crescita dell'area dell'euro sta riprendendo, anche se da un tasso basso", nota il Fmi. "Nel 2024, l'aumento dei salari reali e una certa riduzione dei risparmi delle famiglie dovrebbero contribuire a una ripresa trainata dai consumi. Nel 2025, l'allentamento delle condizioni di finanziamento dovrebbe sostenere la ripresa degli investimenti, mentre la crescita dell'occupazione e dei salari nominali continuerà a sostenere i consumi". "Nel medio termine, tuttavia, la crescita dovrebbe essere frenata dall'invecchiamento della popolazione e dalla bassa crescita della produttività - segnala il Fmi -. L'inflazione dovrebbe tornare all'obiettivo nella seconda metà del 2025".
"I rischi per la crescita sono al ribasso, mentre per l'inflazione sono a due facce - afferma il Fmi -. Il passato inasprimento della politica monetaria potrebbe frenare la produzione più del previsto. La crescita può diminuire anche a causa di sviluppi esterni negativi, come l'intensificarsi delle tensioni geopolitiche e/o l'indebolimento della domanda globale.
Inoltre, la crescita dei consumi potrebbe non riprendere come previsto se i mercati del lavoro si raffreddano, danneggiando il sentimento dei consumatori. Questi fattori potrebbero anche trascinare l'inflazione al di sotto della soglia di riferimento.
Questi fattori controbilanciano i rischi di rialzo dell'inflazione derivanti da pressioni salariali più forti del previsto o da margini di profitto che non si comprimono come previsto, nonché da nuovi picchi dei prezzi delle materie prime o da interruzioni dei trasporti". "La crescita dell'area dell'euro sta riprendendo, anche se da un tasso basso", nota il Fmi. "Nel 2024, l'aumento dei salari reali e una certa riduzione dei risparmi delle famiglie dovrebbero contribuire a una ripresa trainata dai consumi. Nel 2025, l'allentamento delle condizioni di finanziamento dovrebbe sostenere la ripresa degli investimenti, mentre la crescita dell'occupazione e dei salari nominali continuerà a sostenere i consumi". "Nel medio termine, tuttavia, la crescita dovrebbe essere frenata dall'invecchiamento della popolazione e dalla bassa crescita della produttività - segnala il Fmi -. L'inflazione dovrebbe tornare all'obiettivo nella seconda metà del 2025".
"I rischi per la crescita sono al ribasso, mentre per l'inflazione sono a due facce - afferma il Fmi -. Il passato inasprimento della politica monetaria potrebbe frenare la produzione più del previsto. La crescita può diminuire anche a causa di sviluppi esterni negativi, come l'intensificarsi delle tensioni geopolitiche e/o l'indebolimento della domanda globale.
Inoltre, la crescita dei consumi potrebbe non riprendere come previsto se i mercati del lavoro si raffreddano, danneggiando il sentimento dei consumatori. Questi fattori potrebbero anche trascinare l'inflazione al di sotto della soglia di riferimento.
Questi fattori controbilanciano i rischi di rialzo dell'inflazione derivanti da pressioni salariali più forti del previsto o da margini di profitto che non si comprimono come previsto, nonché da nuovi picchi dei prezzi delle materie prime o da interruzioni dei trasporti".
"Le politiche devono far propri i risultati fiscali, di efficienza, distributivi e transfrontalieri degli obiettivi climatici dell'Ue". "Il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni dell'Ue richiede notevoli investimenti pubblici e privati - sottolinea -. La riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e l'aumento dell'efficienza energetica possono rafforzare la competitività dell'Europa nel medio termine, ma i costi di aggiustamento potrebbero danneggiarla nel breve termine". Le politiche industriali verdi "dovrebbero evitare di contribuire ad una dispendiosa corsa ai sussidi". E il Cbam, il meccanismo di compensazione del carbonio, "deve garantire bassi costi amministrativi e l'Ue dovrebbe continuare a impegnarsi con i suoi partner commerciali per garantire che sia attuato in conformità con le norme del Wto" evotamdp "costi economici sproporzionati per i partner commerciali".
"Il nuovo quadro di governance economica dell'Ue richiederà un significativo aggiustamento fiscale in molti Stati membri, nonché un sostegno politico sostenuto per essere attuato come previsto". "Il nuovo quadro identifica i rischi per la sostenibilità fiscale a lungo termine e richiede un aggiustamento a medio termine specifico per Paese che sia sufficientemente ambizioso per affrontare tali rischi - aggiunge il Fmi -. Mentre sarà necessario un significativo aggiustamento fiscale in molti Stati membri ad alto debito e ad alto deficit, quelli con rischi fiscali moderati o bassi avranno più spazio per il sostegno fiscale, se necessario".
"I piani fiscali-strutturali a medio termine, previsti per settembre 2024, dovrebbero essere sostenuti da una chiara strategia fiscale, da riforme strutturali che favoriscano la crescita e la resilienza e da misure di alta qualità.
L'aggiustamento fiscale cumulativo richiesto dalle nuove regole fiscali appare appropriato e dovrebbe essere attuato come previsto - afferma anche il Fondo monetario -. Nei paesi ad alto debito, dove gli output gap sono piccoli e sono disponibili misure con bassi moltiplicatori fiscali, un aggiustamento fiscale più immediato rispetto al percorso di aggiustamento annuale lineare predefinito del quadro dimostrerebbe risolutezza, sosterrebbe la fiducia del mercato e creerebbe spazio per sorprese future sulla spesa. Pertanto, anche se la crescita del credito è attualmente bassa, le autorità dovrebbero incoraggiare le banche a utilizzare i loro profitti temporaneamente elevati per creare tutele, anche aumentando i requisiti di buffer di capitale anticiclici".
"Rispetto i punti di vista dei diversi paesi sul Mes". Oggi "abbiamo sentito un'eccellente relazione che ha delineato le diverse opzioni per lo sviluppo in futuro del Mes, ma per poter passare a discutere del futuro è vitale che si rispettino gli impegni reciproci. E sembra il punto critico sia in un Paese". "E' una perdita collettiva". Se un paese non lo vuole "altri potrebbero voler accedere". Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe arrivando alla riunione a Lussemburgo, e chiarendo di aver "un rapporto eccellente con il ministro Giorgetti". "La ratifica del trattato da parte di tutti è un'importante priorità".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA