Marcegaglia Steel e Manni Group hanno
siglato un accordo per una joint venture nel settore dei
pannelli coibentati e dei pannelli per i portoni sezionali.
"Dalla collaborazione tra questi due gruppi di standing
internazionale, e lunga tradizione nella lavorazione
dell'acciaio - evidenziano le due società -, nasce così una
realtà industriale che sarà protagonista nel mercato italiano e
secondo produttore di pannelli a livello europeo con un
portafoglio clienti esteso a più di 70 Paesi nel mondo". In
Europa sarà secondo solo al gruppo internazionale Kingspan.
I siti produttivi coinvolti nell'operazione sono collocati in
Italia: in Piemonte a Pozzolo Formigaro (AL), in Veneto a
Trevenzuolo (VR) e nel Lazio a Patrica (FR); e all'estero, in
Spagna, Romania, Polonia e in Messico da cui viene servito il
Nord America.
L'operazione - soggetta alle usuali condizioni sospensive e
alle autorizzazioni dell'Antitrust - prevede, da un lato, il
conferimento da parte di Marcegaglia Steel delle attività
produttive italiane, controllate da Marcegaglia Buildtech, e
delle attività produttive polacche, controllate da Marcegaglia
Poland, in Isopan Spa; dall'altro, l'acquisto da parte di
Marcegaglia Steel di un numero di azioni tale da salire al 50%
del capitale di Isopan Spa; analoga quota (50%) verrà detenuta
da Manni Group. La joint venture avrà un fatturato aggregato di
circa 500 milioni di euro e potrà contare su un totale di quasi
700 dipendenti.
Obiettivo della jv "mettere a fattore comune competenze,
piattaforme industriali e reti di contatti in modo da promuovere
lo sviluppo dell'edilizia off-site, dove i componenti vengono
progettati e costruiti in fabbrica e poi portati in cantiere per
l'assemblaggio finale, migliorando l'efficienza, la qualità
costruttiva, la sicurezza e la tutela dell'ambiente. Grazie al
potenziamento degli investimenti in r&s, infine, Marcegaglia
Steel e Manni Group puntano a generare un impatto concreto,
soprattutto in chiave di innovazione e di sostenibilità, per
offrire sistemi costruttivi altamente tecnologici che
garantiscano costi certi e minori sprechi, così da rispondere, e
superare, i requisiti del green deal europeo".
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