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Grana Padano, 'saremo penalizzati se la Cina metterà i dazi'

Grana Padano, 'saremo penalizzati se la Cina metterà i dazi'

'Abbiamo già subito blocchi in Russia nel 2014'

BRESCIA, 22 agosto 2024, 17:57

Redazione ANSA

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Se la Cina metterà dazi sui formaggi provenienti dall'Unione Europea, "saremo sicuramente penalizzati". Stefano Berni direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano (che ha sede a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia) ha spiegato all'ANSA che le eventuali imposte saranno negative "per l'Europa e soprattutto per la Francia o altri paesi di forte esportazione in Cina, anche l'Italia lo è ma in misura meno rilevante". "Per noi del Grana Padano, pur non avendo raggiunto livelli di importazione del nostro prodotto in quantità rilevanti, la Cina è comunque un mercato in decisa crescita e quindi saremmo sicuramente penalizzati".
    "Le limitazioni al libero scambio - è convinto Berni - sono sempre un fatto negativo, che condiziona e orienta i mercati in modo artefatto". E negli ultimi anni è già successo.
    "Noi abbiamo già subito blocchi in Russia nel 2014 - ha ricordato - quando ci fu l'invasione della Crimea e perdemmo completamente un mercato che si stava rivelando per noi interessantissimo avendo allora raggiunto in pochi anni le 50.000 forme di Grana Padano annue esportate". E poi "un altro colpo rilevante lo abbiamo ricevuto, e ancor di più i nostri amici del Parmigiano Reggiano, dall'aumento rilevante dei dazi che Trump in un eccesso di protezionismo aveva imposto ai nostri prodotti caseari e non solo, di qualità indirizzati in Usa.
    Rischio che potremmo correre anche il prossimo anno dopo le elezioni americane. Anche questa volta per la vicenda Cina faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità usando anche l'occasione del G7 Agricolo che si terrà in Sicilia dal 21 al 28 settembre e che vedrà noi prodotti Dop protagonisti al fianco del nostro ministro Lollobrigida anche per scongiurare questa corsa ai dazi e ai contro dazi".
    "Noi - ha concluso - siamo a favore della libera scelta del consumatore purché sia essa correttamente informata e legata a prezzi corretti che non vengano eccessivamente gravati da dazi di ingresso. Ci batteremo per questo a tutela dei consumatori italiani e mondiali che non devono vedere la loro capacità di spesa compromessa da costi aggiuntivi di derivazione politica oltre a quelli fisiologici dettati dalla qualità dei prodotti posti in vendita".
   

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