"Il terzo trimestre è andato perso. Si punta sul quarto". Lo scrive Confcommercio parlando di "pil fermo" e spiegando che "i mesi estivi più che diradare le ombre sembrano aver consolidato il clima di incertezza" sull'economia, con "l'emergere di alcuni segnali di rallentamento" che puntano a una crescita congiunturale nulla e dello 0,6% su anno.
Secondo Congiuntura Confcommercio, dopo l'industria "anche tra i servizi di cominciano a registrare sintomi di fragilità". Ciò "complicherebbe la possibilità di una crescita del Pil per il 2024 attorno o poco superiore all'1%", salvo la probabile correzione al rialzo per le 4 giornate lavorative in più del 2024.
La valutazione di una crescita nulla a luglio-settembre, "sempre basata su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario è sintesi di una riduzione a luglio, lievemente superiore alle nostre stime preliminari anche per un andamento del turismo meno favorevole, e di un modesto recupero ad agosto, a cui è seguita una stagnazione a settembre", si legge nel rapporto. "Le oscillazioni mensili degli indicatori congiunturali poi sintetizzati nel Pil mensile, tradiscono la mancanza di una chiara direzione di marcia dell'economia italiana".
Oltre alle giornate lavorative in più, secondo lo studio congiunturale la proiezione sulla crescita nell'intero 2024 potrebbe risentire positivamente anche dalla "imminente revisione dei conti da parte dell'Istat" che potrebbe incidere sui profili trimestrali a valori reali. Positivi, invece, gli elementi dati dal "numero di occupati che ha toccato a luglio il massimo storico", e dall'inflazione contenuta: "per settembre la nostra stima è di una variazione congiunturale nulla e di una crescita su base annua dello 0,9%", si legge su Congiuntura Confcommercio. Dati che comporterebbero "un miglioramento del reddito disponibile reale, già registrato nel primo quarto grazie ai rinnovi contrattuali".
"La catena reddito-fiducia-consumi sembra però essersi inceppata", avverte Confcommercio. "La spesa delle famiglie non cresce o, almeno, non cresce quanto potrebbe. Probabilmente una nuova crescita della fiducia a settembre e ottobre porterebbe a superare di slancio questa fase attendista. Ma è un processo tutto da costruire, assieme alla crescita decisiva dell'ultimo quarto dell'anno".
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