Le consegne consolidate di autoveicoli da parte del gruppo Stellantis nel terzo trimestre sono state pari 1,148 milioni di unità, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo delle consegne, spiega una nota, è stato maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali, che si sono ridotte di circa il 15%, scontando l'impatto temporaneo della transizione del portafoglio prodotti e delle iniziative di riduzione delle scorte presso la rete.
Il calo maggiore si è registrato nel Nord America, con una flessione del 36% delle consegne, a 299 mila unità, mentre nell'Europa allargata, primo mercato del gruppo, il calo è stato del 17% a 496 mila unità. In Medio Oriente e Africa le consegne sono scese del 26% a 78 mila unità, in Cina, India e nell'Asia Pacifico del 30% a 14 mila unità mentre cresce il Sudamerica, con un aumento del 14% a 259 mila unità.
"La riduzione - spiega Stellantis - riflette le iniziative di riduzione delle scorte nonché gli impatti dei lanci dei nuovi prodotti. Dai progressi su entrambi ci si attende un posizionamento più forte del gruppo per il futuro".
Nell'Europa allargata, al calo di circa 100 mila unità ha contribuito il posticipo del lancio dei modelli basati sulla piattaforma Smart Car, inclusa la Citroën C3, che ha iniziato ad essere consegnata alla rete in settembre. "Le prospettive per il lancio dei nuovi modelli in Europa - afferma il gruppo - sono robuste con ordini per 50 mila unità per la nuova Citroen C3 e di 80 mila unità per la nuova Peugeot 3008".
In Nord America, la diminuzione delle consegne è stata di circa 170 mila unità, di cui oltre 100 mila per i preannunciati tagli alla produzione finalizzati alla riduzione dello stock presso la rete, con le scorte che si sono ridotte di 50 mila unità rispetto alla fine del secondo trimestre (-11,6%). Sul calo ha inciso anche la contrazione del portafoglio prodotti per la transizione verso le nuove offerte multi-energy con una nuova generazione di prodotti in fase di lancio. In ogni caso le vendite ai clienti finali negli Usa hanno supportato la crescita della quota di mercato, salita dal 7,2% di luglio all'8% in settembre.
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