Con una mossa sola il Tesoro blinda l'italianità del Monte di Paschi e delinea una strada che, se sarà percorsa, darà vita ad un terzo grande polo bancario e del risparmio italiano, attraverso l'integrazione tra il Banco Bpm, Anima e una Mps felicemente risanata dall'amministratore delegato Luigi Lovaglio.
La cessione del 15% di Siena a un partner industriale - il polo Banco Bpm-Anima che avrà il 9% - scortato da due solidi soci imprenditoriali - il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio, ciascuna con il 3,5% - è stata festeggiata dalla Borsa, dove le tre società hanno superato i 20 miliardi di capitalizzazione aggregata, con altro valore da estrarre, secondo gli analisti, in caso di nozze. Premiata sia la banca guidata da Giuseppe Castagna, autore di un 'uno-due', l'Opa su Anima e l'affondo su Mps, che lo riporta al centro del risiko mettendolo al riparo da mire sgradite, siano esse francesi (l'Agricole) o italiane (Unicredit). Sia il Monte, con gli analisti che considerano la quota del 5% un 'antipasto' di una tavola su cui potrebbe essere imbandita una più ghiotta fusione. Ma festeggia anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, autore, con il capo del dipartimento Economia del Tesoro, Marcello Sala, di "un'operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l'azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato". Quattro piccioni con una fava: soci italiani stabili, prospettiva industriale, chiusura dei conti con l'Europa e una bella plusvalenze. Risultato che consente al leader della Lega, Salvini, di gonfiare il petto: "la sinistra era quasi riuscita a distruggere un patrimonio enorme come quello di Mps che oggi invece diventa, grazie all'azione dello Stato e a una gestione ordinata, un polo attrattivo per grandi investitori italiani".
Il nuovo azionariato di Mps vede il Tesoro - finalmente libero dai vincoli Ue sulla gestione della quota - all'11,7%, il Banco al 5%, Anima al 4% e Caltagirone e Delfin, che già hanno condiviso visione e strategie nelle partite su Generali e Mediobanca, al 3,5%. "Un nocciolo duro di azionisti italiani", lo chiama il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, che offre stabilità alla governance e sostegno alle ambizioni del Monte, di cui Caltagirone era già stato vicepresidente ai tempi di Antonveneta. In Borsa è stata festa: Mps è salita del 11,6% a 6,16 euro e il Banco del 3% a 6,97 euro. Più defilata Anima (+0,5%) mentre ha chiuso piatta Unipol, il cui interesse per il Monte non è stato coltivato dal governo. Il mercato, pur prendendo atto del fatto che Castagna intende proseguire nella sua strategia "stand alone", ha iniziato a fare i conti. Poco importa se Banco Bpm e Anima hanno giustificato il loro intervento in un'ottica di protezione della partnership tra Mps e la stessa Anima, che colloca il 16% dei suoi fondi sulla rete di Siena, possibile futuro sbocco anche per le fabbriche prodotto del Banco. Jp Morgan non esclude l'acquisizione del Monte "entro un anno" ipotizzando un premio del 30%, sinergie di costo per 550 milioni e un effetto accrescitivo del 7% sull'utile per azione 2026. Per Bofa la presenza di Anima aumenta "l'appeal" di una fusione, assicurando "sinergie ancora più alte".
Le nozze, insiste Ubs, consentirebbero al Banco "di consolidare la sua presenza commerciale" facendone "la seconda banca" italiana per filiali, con una quota di mercato che raddoppierebbe al 14% e "un significativo rialzo" della sua capacità reddituale. Su base stand alone le due banche stimano di chiudere il 2026 con un utile aggregato vicino ai 3 miliardi, al netto dei benefici fiscali che 4,1 miliardi di Dta garantiscono a Siena. Il risiko si surriscalda in un momento felice per tutto il settore: S&P prevede un 2025 ancora redditizio per le banche italiane, ritenute in grado di fronteggiare il calo dei tassi.
Salvini: "Salvata Mps, che la sinistra aveva quasi distrutto"
"La sinistra era quasi riuscita a distruggere un patrimonio enorme come quello di MPS che oggi invece diventa, grazie all'azione dello Stato e a una gestione ordinata, un polo attrattivo per grandi investitori italiani. Ne sono molto orgoglioso: la strada era ed è quella giusta". Così Matteo Salvini, in una nota.
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