In Italia l'83% dei liberi
professionisti è soddisfatto di lavorare in autonomia, scelta
che nel 52% dei casi deriva dal desiderio di libertà nella
gestione di tempo. In particolare, per i lavoratori della Gen Z,
la generazione compresa tra i 18 e i 26 anni, è più accentuata
l'idea di non riconoscersi nel lavoro dipendente.
In controtendenza rispetto all'immaginario collettivo, quasi
un lavoratore su due, il 45%, afferma di non temere la
burocrazia italiana, anche se emergono il desiderio di maggiori
tutele in particolare per la malattia (36%) e la preoccupazione
per tasse, contributi e scadenze (29%). Vorrebbe inoltre più
fiducia dagli enti di credito (16%) e gradirebbe supporti per la
genitorialità (8%).
Sono alcuni dei dati emersi da un sondaggio effettuato da
Fiscozen, tech company per la gestione fiscale della partita
Iva, su oltre mille liberi professionisti con l'obiettivo di
fotografare il livello di soddisfazione rispetto alla propria
scelta professionale.
"In Italia ci sono più di 3 milioni di lavoratori con partita
Iva. Sappiamo che il racconto stereotipato e spesso negativo non
sempre rispecchia la realtà di queste persone. Vogliono
conciliare autonomia, crescita professionale e benessere
personale, trovando la formula giusta per realizzarsi appieno",
afferma Enrico Mattiazzi, ceo e co-founder di Fiscozen.
Sul piano della qualità della vita, il 56% afferma di essere
ancora alla ricerca di un equilibrio tra soddisfazioni e
difficoltà, mentre il 29% ha già trovato il ritmo giusto e si
dichiara contento della propria condizione lavorativa. Solo una
minima parte (15%) non è pienamente soddisfatta dello stile di
vita da freelance. La motivazione principale per intraprendere
questa strada è la ricerca di indipendenza che ispira oltre metà
degli intervistati. Altre ragioni includono l'appartenenza ad
albi professionali (20%) e la possibilità di guadagnare di più
(8%). Il restante 20%, invece, ha aperto partita iva per
necessità più che per scelta.
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