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Partita Iva, un libero professionista su due non teme burocrazia

Partita Iva, un libero professionista su due non teme burocrazia

Sondaggio Fiscozen. Mattiazzi, stereotipi non raccontano realtà

MILANO, 21 novembre 2024, 15:14

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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In Italia l'83% dei liberi professionisti è soddisfatto di lavorare in autonomia, scelta che nel 52% dei casi deriva dal desiderio di libertà nella gestione di tempo. In particolare, per i lavoratori della Gen Z, la generazione compresa tra i 18 e i 26 anni, è più accentuata l'idea di non riconoscersi nel lavoro dipendente.
    In controtendenza rispetto all'immaginario collettivo, quasi un lavoratore su due, il 45%, afferma di non temere la burocrazia italiana, anche se emergono il desiderio di maggiori tutele in particolare per la malattia (36%) e la preoccupazione per tasse, contributi e scadenze (29%). Vorrebbe inoltre più fiducia dagli enti di credito (16%) e gradirebbe supporti per la genitorialità (8%).
    Sono alcuni dei dati emersi da un sondaggio effettuato da Fiscozen, tech company per la gestione fiscale della partita Iva, su oltre mille liberi professionisti con l'obiettivo di fotografare il livello di soddisfazione rispetto alla propria scelta professionale.
    "In Italia ci sono più di 3 milioni di lavoratori con partita Iva. Sappiamo che il racconto stereotipato e spesso negativo non sempre rispecchia la realtà di queste persone. Vogliono conciliare autonomia, crescita professionale e benessere personale, trovando la formula giusta per realizzarsi appieno", afferma Enrico Mattiazzi, ceo e co-founder di Fiscozen.
    Sul piano della qualità della vita, il 56% afferma di essere ancora alla ricerca di un equilibrio tra soddisfazioni e difficoltà, mentre il 29% ha già trovato il ritmo giusto e si dichiara contento della propria condizione lavorativa. Solo una minima parte (15%) non è pienamente soddisfatta dello stile di vita da freelance. La motivazione principale per intraprendere questa strada è la ricerca di indipendenza che ispira oltre metà degli intervistati. Altre ragioni includono l'appartenenza ad albi professionali (20%) e la possibilità di guadagnare di più (8%). Il restante 20%, invece, ha aperto partita iva per necessità più che per scelta.
   

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