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S&P, 'nel 2025 rallentamento di Usa e Cina'

S&P, 'nel 2025 rallentamento di Usa e Cina'

'Dalle guerre rischi per il credito, subbugli sui mercati'

MILANO, 04 dicembre 2024, 11:40

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Con l'allentamento dell'inflazione, la tenuta dei mercati del lavoro e la robusta spesa per i consumi che sostengono l'attività economica nella maggior parte dei mercati sviluppati "ci aspettiamo una crescita costante il prossimo anno. Prevediamo un'espansione economica globale del 3% nel 2025, con il rallentamento della crescita negli Stati Uniti e in Cina (le due maggiori economie mondiali), la ripresa dell'eurozona e la ripresa dei mercati emergenti".

E' l'Outlook per il 2025 di S&P contenuto in un report dal titolo "Global Credit Outlook 2025: Promise And Peril." "Ci aspettiamo un ulteriore allentamento della politica monetaria, anche se a un ritmo variabile tra le varie giurisdizioni" scrive Alexandre Birry, Global Head of S&P Global Ratings Credit Research & Insights. "Ma soprattutto, la discesa sarà più lenta dell'aumento, con i tassi che si assesteranno sicuramente a livelli più alti di quelli visti durante la fase di sostanziale espansione del denaro a basso costo dopo la crisi finanziaria globale". S&P Global Ratings prevede un calo delle insolvenze, anche se ancora a un ritmo più lento rispetto all'aumento.

"L'aggravarsi delle fratture geopolitiche rappresenta il rischio maggiore per il miglioramento del panorama creditizio", ha dichiarato Gregg Lemos-Stein, Chief Analytical Officer di Corporate Ratings. "Il protrarsi della guerra tra Russia e Ucraina fino alla fine del terzo anno, l'intensificarsi del conflitto in Medio Oriente e la propagazione della polarizzazione interna in alcuni mercati potrebbero interrompere i flussi commerciali e di investimento, mettere in subbuglio i mercati finanziari e costringere i governi ad aumentare le spese per la difesa in un contesto di bilanci già molto magri". Nel lungo termine gli analisti vedono anche "rischi strutturali che caratterizzeranno il futuro del credito" con "una maggiore pressione sul credito da parte dei rischi fisici e di transizione associati al cambiamento climatico, insieme ai crescenti rischi sistemici derivanti dai cyberattacchi".
   

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