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La Fed riduce i tassi, nel 2025 solo altri due tagli

La Fed riduce i tassi, nel 2025 solo altri due tagli

Il costo del denaro giù dello 0,25%. Inflazione al 2% nel 2026. Tonfo Wall Street

NEW YORK, 18 dicembre 2024, 22:04

di Serena Di Ronza

ANSACheck
FED, I MERCATI PUNTANO SULLO STOP DEI RIALZI DEI TASSI © ANSA/EPA

FED, I MERCATI PUNTANO SULLO STOP DEI RIALZI DEI TASSI © ANSA/EPA

La Fed archivia l'era Joe Biden con il suo terzo taglio consecutivo dei tassi di interesse, ma indica di essere pronta a rallentare la marcia. Nel 2025 sono infatti segnalati solo due riduzioni del costo del denaro per un totale dello 0,50%, ovvero la metà di quanto previsto in settembre. Una previsione che gela Wall Street: dopo aver trascorso buona parte della seduta in rialzo, i listini americani virano in calo, colti di sorpresa da una Fed più falco delle attese. 

LA CONFERENZA STAMPA

 

A dispetto dello scetticismo di molti economisti ma in linea con le attese del mercato, la banca centrale - al termine della sua due giorni di riunione - ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, portando il costo del denaro in una forchetta fra il 4,25 e il 4,50%. Una decisione non presa all'unanimità: la presidente della Fed di Cleveland, Beth Hammack, ha infatti votato contro perché avrebbe preferito mantenere i tassi invariati. Pur ritoccando al rialzo la crescita americana al 2,1% quest'anno rispetto al 2% stimato in precedenza, la banca centrale ha previsto che l'inflazione non tornerà al 2% almeno fino alla fine del 2026.

Un quadro quindi a luci e ombre, sul quale pesa l'incertezza delle politiche di Donald Trump che, se dovesse attuare le promesse fatte dalla stretta all'immigrazione ai dazi, rischia di riaccendere la fiammata dei prezzi. E' in questo contesto che la Fed deve muoversi con maggiore cautela e, probabilmente, prendersi una pausa nel suo ciclo ribassista già in gennaio. "I recenti indicatori mostrano che l'attività economica ha continuato a espandersi a una velocità solida. L'inflazione ha compiuto progressi verso l'obiettivo del 2% ma resta elevata", si legge nella nota diffusa al termine della riunione, nella quale si osserva come il raffreddamento del mercato del lavoro si è tradotto in un aumento della disoccupazione che, comunque, "resta bassa".

"Nel valutare l'ammontare e la tempistica di ulteriori aggiustamenti valuteremo attentamente i dati, l'evoluzione dell'outlook e la bilancia dei rischi", aggiunge la Fed. "La nostra politica monetaria è ora meno restrittiva - ha osservato il presidente Jerome Powell -. Possiamo essere più cauti nel valutare gli ulteriori aggiustamenti".

Le parole di Powell, sommate all'indicazione di soli due tagli nel 2025, rischiano di innescare un nuovo scontro con il presidente-eletto, autodefinitosi un "uomo dei tassi bassi". Trump vorrebbe infatti un costo del denaro a livello quasi zero come nel 2020 e un dollaro debole. Un sogno che sembra destinato a infrangersi di fronte a una realtà di tassi più alti e meno ribassi previsti del costo del denaro e un biglietto verde forte, schizzato ai massimi dal novembre 2022 di fronte all'attesa di soli due tagli nel 2025. Un mix potenzialmente destinato a riaccendere lo scontro fra Trump e Powell, il paladino dell'indipendenza della Fed pronto ad andare in battaglia per difendere l'indipendenza della banca centrale.

Tonfo Wall Street: il Dow Jones perde il 2,58% a 42.326,87 punti, il Nasdaq cede il 3,56% a 19.392,70 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,95% a 5.872,16 punti.

 

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