Prometeia rivede al ribasso la
crescita 2024 per l'Italia, da +0,8% di settembre a +0,5%,
principalmente per due ragioni. La revisione al ribasso del Pil
2023 ha ridotto l'effetto di trascinamento statistico per il
2024 e, inoltre, la crescita nel terzo trimestre è stata
inferiore alle attese (zero contro +0.1% previsto).
Si prevede che l'attività economica, secondo l'analisi di
Prometeia, rimarrà moderata nei mesi autunnali a causa della
debolezza della manifattura, influenzata dal calo della domanda
esterna, e del calo degli investimenti residenziali dovuto alla
fine degli incentivi del Superbonus. In un contesto di crescente
incertezza economica globale, si prevede che la crescita del Pil
rimanga a +0.5% anche nel 2025, sostenuta principalmente dai
progressi nell'attuazione del Pnrr, che "sta andando comunque a
rilento".
Il 2025 avrebbe dovuto rappresentare l'anno del rilancio
della crescita, dopo la sconfitta dell'inflazione (1,1%
quest'anno, 1,9% il prossimo) e il rientro dalle politiche
monetarie restrittive, l'anno del "ritorno alla normalità, se
questo termine ha ancora un significato, dopo i cinque
caratterizzati dalle crisi che si sono succedute dallo scoppio
della pandemia", si legge in una nota. Anni di crisi che
l'economia italiana ha attraversato con "risultati migliori
della media dei paesi dell'area euro, e che lasciavano prevedere
un ingresso positivo nel nuovo anno. Tuttavia, mese dopo mese,
la crescita ha rallentato, le previsioni sono state riviste al
ribasso e le prospettive si sono deteriorate", conclude
Prometeia.
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