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Codice strada: 30 associazioni a Salvini, 'meno parole al vento'

Codice strada: 30 associazioni a Salvini, 'meno parole al vento'

Ministeri incapaci di fornire dati completi e tagli alla sicurezza

ROMA, 07 gennaio 2025, 14:19

Redazione ANSA

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Più di 30 Associazioni dei familiari vittime sulla strada e per la mobilità attiva, che si battono per la sicurezza stradale, replicano al ministro dei Trasporti Matteo Salvini: "meno parole al vento e più politiche incisive per la sicurezza sulle strade", dicono.

"Sosteniamo il fact checking di Asaps Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale e Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus in seguito alle dichiarazioni fuorvianti del ministro su una presunta riduzione del 25% della mortalità stradale dopo sole due settimane dall'entrata in vigore della riforma del Codice della Strada. Pur essendo presto per qualunque valutazione, sui dati di mortalità stradale non si gioca ed è grave usare evidenze parziali per comodità politica.

La replica del ministro è peggiore del buco, poiché dimostra di usare dati incompleti spacciandoli per generali, facendo quindi disinformazione, o, anche peggio, di non conoscere come vengono raccolti i dati sull'incidentalità stradale", affermano le associazioni, secondo le quali "l'attuale situazione mostra invece l'incapacità di ben due ministeri, Interni e Trasporti, di fornire dati attendibili, completi, pubblici e aggiornati su scontri stradali e vittime.

Mostra inoltre assenza di responsabilità nelle comunicazioni da parte dei membri delle istituzioni che hanno il dovere di fornire informazioni accurate e non di trarre conclusioni affrettate, parziali e strumentali. Dal ministero, le vittime sulla strada vengono non solo ignorate e strumentalizzate, ma anche nascoste sotto il tappeto".

E ancora, le trenta associazioni sostengono che "le dichiarazioni politiche sono in contraddizione con la realtà dei fatti: dal Ministero sono arrivati tagli per centinaia di milioni di euro alla sicurezza stradale e alle infrastrutture di mobilità attiva e trasporto pubblico; e i decreti ministeriali contro Città30 e autovelox hanno reso ancora più difficile in Italia salvare vite, soprattutto in ambito urbano, dove muoiono i tre quarti delle vittime totali". 
   

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