Lo ha affermato l'amministratore delegato Massimo Doris. "Pensiamo di introdurle come servizio di investimento - ha spiegato - così come offriamo il trading on line, l'idea è di affiancarle ai titoli azionari e obbligazionari, anche se sono un investimento molto molto rischioso".
"E' evidente - sottolinea - che se fanno +100 possono anche andare a zero". Secondo Doris "bisogna distinguere tra le criptovalute oggi in circolazione, che possiamo definire private, tipo Bitcoin ed Ethereum, e quelle di Stato, di cui si sta sempre più parlando, come il criptodollaro. il criptoeuro e la criptosterlina". "Le prime - commenta - rimarranno relegate al ruolo di strumenti di investimento, mentre per i grandi volumi di pagamento il discorso è totalmente diverso". Secondo Doris le criptovalute di Stato possono essere "un'interessantissima soluzione, che può permettere di unire ai vantaggi delle criptovalute come il bitcoin, che offrono regole e trasparenza, la stabilità delle monete tradizionali, concengtendo soluzioni di pagamento oggi impossibili". "Se potrò utilizzare il criptoeuro - conclude - non avrò il rischio della volatilità connesso alle criptovalute".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA