Chiusura in rialzo per la Borsa di Milano: il Ftse Mib ha guadagnato l'1,44% a 23.422 punti. Piazza Affari rimbalza dunque verso l'alto dopo due sedute negative, nei giorni dell'emergenza coronavirus.
Il listino principale è positivo, tranne A2a (-1,1%) all'indomani dei conti e in vista di un cambio al vertice, Ferrari (-0,5%) in controtendenza con il comparto, Mediobanca (-0,5%) e Generali (-0,4%).
Al top Saipem (+4,9%) con il ritorno all'utile e al dividendo, in un giorno in cui il greggio è affondato ai minimi da un anno, per poi rialzarsi solo momentaneamente dopo l'aumento più contenuto delle attese delle scorte Usa. Meno entusiasta Eni (+0,7%). In cima al Ftse Mib anche Fca (+4,6%) con il dividendo, così come a Parigi ha brillato Peugeot (+4,7%) con il fatturato record di Psa. Bene Tim (+3,5%) alla vigilia del Cda e con gli occhi sul dossier rete. Guadagnano le banche, e lo spread è sotto 150, da Bper (+2,2%), a Intesa (+2,1%) e Ubi (+1,8%). Lusso in ripresa con Ferragamo (+1,9%) e Moncler (+1,6%). Su Juve (+2,8%), Poste ed Enel (+1,9%). Brilla Mediaset (+4,5%) dopo la sentenza di Amsterdam favorevole a Mfe.
Positive anche le altre principali Borse europee, sempre dopo due giornate di incertezza. Bene Madrid (+0,71%) a 9.316 punti, seguita da Londra (+0,35%) a 7.042 punti e Parigi (+0,09%) a 5.684 punti, rimasta sulla parità . In rosso solo Francoforte (-0,12%) a 12.774 punti.
A New York, il Dow Jones aveva aperto salendo dello 0,41% a 27.199,88 punti, il Nasdaq a +0,51% a 9.013,43 punti e lo S&P 500 a +0,56% a 3.147,08 punti, con l'effetto di far girare in positivo l'Europa. Ma con le Borse del Vecchio Continente chiuse, Wall Street ha girato in negativo: Dow Jones a -0,52% a 26.933,14 punti, Nasdaq a -0,19% a 8.948,55 punti e S&P 500 a -0,47% a 3.113,49 punti. E anche il petrolio ha chiuso in calo sempre a New York, dove le quotazioni hanno perso il 2,3% a 48,53 dollari al barile, ai minimi degli ultimi 13 mesi.
Allarme dall'agenzia di rating Moody's: se il coronavirus dovesse tramutarsi in una pandemia, sarebbe recessione globale e le probabilità che ciò accada sono verosimilmente alte e aumentano con il crescere dei contagi in Italia e in Corea del Sud. Secondo il report, l'economia globale rallenterà di 0,4 punti fino al 2,4% nel 2020. Ad ogni modo, la stessa agenzia precisa che il virus peserà sulla crescita economica dell'Italia, ma difficilmente sul suo rating. Avendo bene a mente che molto dipenderà dalla lunghezza e dalla severità della crisi.