Siglato da Cifa e Confsal il primo
contratto collettivo nazionale di settore dell'Ict (l'acronimo
anglosassone che indica il comparto dell'Information and
communications technology), valido per il triennio 2021-2024,
novità assoluta sul territorio nazionale. L'intento dell'accordo
(i cui contenuti sono stati validati dagli esperti del tavolo
tecnico di confronto nazionale organizzato dal Centro studi
InContra con l'Università La Sapienza di Roma) è "rispondere
alle esigenze delle imprese e dei lavoratori del settore,
sopperire all'assenza di uno strumento di regolamentazione
generale del lavoro, e del livello dei trattamenti economici
minimi di garanzia, e offrire una mappatura dei profili Ict, con
le loro specifiche competenze, in linea con gli standard
europei. A oggi, infatti - fanno sapere i promotori dello
strumento - i profili professionali non erano ufficialmente
riconosciuti nella loro specificità e per questo venivano
impropriamente assimilati a figure afferenti ad altri settori,
come quelli della metalmeccanica e del commercio". Prevista la
"mappatura di competenze digitali, nuovi profili di ruolo e
nuovi modelli organizzativi", così come il finanziamento della
formazione continua curato da da Fonarcom, il fondo
interprofessionale di Cifa e Confsal. A giudizio del presidente
di Cifa Andrea Cafà, "finalmente questo settore acquisisce una
propria dignità contrattuale così come i suoi professionisti.
Per
il segretario generale di Confsal, Angelo Raffaele Margiotta
"viene data una risposta al disallineamento tra domanda e
offerta di lavoro nel settore. La chiarezza del contratto
favorisce l'occupabilità dei professionisti di cui le imprese
sentono un grande bisogno", si chiude la nota.
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