L'applicazione di una Flat Tax
così come viene descritta nelle proposte di alcune forze
politiche andrebbe a penalizzare i contribuenti appartenenti
alle fasce inferiori di reddito. La conclusione deriva da una
simulazione effettuata dalla Cisl regionale del Veneto e
presentata oggi alla stampa, a Mestre (Venezia).
Lo studio è stato eseguito sulle 362 mila dichiarazioni dei
redditi, pari al 21,1% di quelle prodotte in Veneto, elaborate
dai 150 sportelli Caf distribuiti sul territorio, ritenute un
"campione significativo a rispecchiare il tessuto economico e
sociale della regione". Il 33,2% dei contribuenti ha dichiarato
redditi al di sotto dei 15 mila euro, importi che vanno ad
aumentare fino alla fascia 45-50 mila euro in cui l'aliquota si
riduce all'1%. Delle dichiarazioni esaminate il 38,2% è dato da
quelle dei pensionati e la presenza degli over 70 è visibilmente
prevalente (sono più di 45 mila) nella fascia di reddito
inferiore. Anche limitando l'osservazione all'area delle persone
di età compresa fra i 30 ed i 60 anni, quindi in piena età da
lavoro, i redditi inferiori ai 15 mila euro sono la maggioranza
e toccano il 27,2%. Se la distinzione viene compiuta per sesso,
inoltre, in questa fascia le donne sono il 75,3% e la componente
femminile è prevalente rispetto a quella maschile solo per i
redditi fra i 15 ed i 20 mila euro. Lo studio della Cisl
evidenzia che l'imposta reale media applicata a tale campione è
del 15,95%, passando dal 4,89% per chi non arriva ai 15 mila
euro e sale fino al 30,48% oltre i 50 mila. Considerando però i
soli redditi inferiori ai 25 mila euro, per i quali
l'imposizione è oggi gà inferiore al 15%, si riscontra che essi
rappresentano quasi il 72% della platea, e per essi, dunque, una
tassazione piatta così come proposta rappresenterebbe una
penalizzazione, mentre la misura andrebbe a vantaggio di quel
28% percettore di retribuzioni superiori.
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