"È necessario ampliare la platea dei
soggetti beneficiari dei bonus edilizi alle imprese per gli
interventi realizzati sugli immobili di loro proprietà. Non si
può infatti pensare di rigenerare compiutamente il tessuto
urbano, sul piano energetico e strutturale, lasciando fuori gli
immobili delle imprese, che spesso risultano fortemente inseriti
nel panorama urbano. In definitiva, se la sfida è quella del
risparmio energetico e della messa a nuovo degli immobili nelle
zone sismiche, non vediamo altra soluzione se non quella di
puntare su investimenti che, in maniera stabile, quindi agendo
su interi edifici, garantiscano tale risparmio". Il
vicepresidente per Credito, Finanza e Fisco di Confindustria,
Così Emanuele Orsini, lo sottolinea intervenendo ad un incontro
al Rem Tech Expo di Ferrara.
"Come imprese abbiamo l'obbligo di interrogarci sulle
prospettive più a lungo termine ma, soprattutto, più efficaci
cui affidare gli incentivi legati ai bonus edilizi", dice: "In
questo senso potrebbe essere utile un'opera di razionalizzazione
dei bonus, capire quelli che funzionano veramente e puntare su
questi. Ma soprattutto è importante garantire una prospettiva a
lungo termine agli investimenti. I bonus edilizi c.d. 'ordinari'
(ecobonus e sismabonus, al 50% e 65%) vengono prorogati, da una
decina d'anni ormai, di anno in anno. Evidentemente sono
strumenti che funzionano. È ovvio che alla scadenza va pensata
una misura strutturale con il giusto décalage, e serve costruire
un meccanismo che, al fine di dare a tutti la possibilità di
usufruire dello strumento, consenta di attivare la finanza
necessaria per coprire gli investimenti"- Nel fare ciò, ha poi
concluso, "resta cruciale, se si vuole che gli incentivi siano
sfruttati davvero da tutti, che resti il meccanismo di opzione
per la cessione dei crediti corrispondenti che consente, come
abbiamo visto, l'accesso anche a coloro ai quali non riescono ad
anticipare le spese".
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