(ANSA) - ROMA, 23 GEN - La nota dello scorso 19 gennaio del
ministero della Giustizia, contenente i requisiti di iscrizione
All'albo dei gestori incaricati dall'autorità giudiziaria per le
funzioni di gestione e controllo delle procedure nel quadro
della crisi d'impresa, "sorprende e suscita più di una
perplessità. Gli Ordini sono esclusi dalla formazione per il
primo popolamento dell'Albo, se non convenzionati con università
pubbliche, o private, in linea con quanto previsto dall'ormai
decennale norma sulla formazione in materia di
sovraindebitamento". Lo evidenzia, in una nota, l'Associazione
nazionale commercialisti (Anc), il cui presidente Marco Cuchel
contesta i 'paletti' posti, e sottolinea come "c'è una stortura
costituita dall'intervallo di tempo indicato per la ricezione di
incarichi in almeno due procedure come curatori fallimentari,
commissari o liquidatori giudiziali. Gli ultimi quattro anni
citati nella norma fanno riferimento al periodo 2015-2019,
tenendo fuori più di tre anni (quelli di dilazione dell'entrata
in vigore effettiva), durante i quali soprattutto i colleghi più
giovani potrebbero aver maturato il requisito richiesto. Sarebbe
sufficiente - propone il vertice del sindacato professionale -
dilatare il periodo fino all'entrata in vigore del Codice
(luglio 2022)". "È stato accumulato un ritardo di due anni
rispetto alla prefissata entrata in vigore del Codice della
crisi d'impresa, e di tale ritardo ne faranno le spese tanti
colleghi impossibilitati ad accedere in tempi congrui all'Albo,
o a presentare il requisito degli incarichi ricevuti negli
ultimi anni. Inoltre, il danno non è solo a carico di colleghi
che con dedizione e spirito di servizio operano nel mondo del
diritto concorsuale, ma anche della stessa Amministrazione
giudiziaria, che sarà privata di risorse preziose per una
gestione competente ed efficiente delle procedure previste dal
Codice della crisi", chiude. (ANSA).